La figura di Renata Fonte è centrale, quando si parla di legalità e pubblica amministrazione. L’assessore comunale di Nardò venne uccisa nel 1984, si era messa a contrastare gli speculatori. Pagò con la vita. Domenica sera, su Canale 5, è andato anche in onda un film per descrivere la storia di Renata Fonte. Solo che il marito non l’ha presa bene, parlando di una ricostruzione piuttosto infondata e sottolineando “non ero il pirla di casa”. Ancora una manifestazione in cui la personalità di Renata Fonte sarà inprimo piano, nel convegno di Manduria dopodomani.
Di seguito il comunicato degli organizzatori:
“Ambiente e legalità: seminare memoria per costruire giustizia” è il titolo
dell’incontro pubblico che si svolgerà in sala consiliare a Manduria (Ta),
giovedì 8 febbraio, con inizio ore 18.00. Tra i relatori Sabrina Matrangola,
figlia di Renata Fonte, vittima della mafia negli anni 80 per aver difeso contro
le speculazioni cementizie la bellissima località naturale di Porto Selvaggio a
Nardò (Le). Interverranno inoltre Francesca Adelaide Garufi, Commissario
Prefettizio del Comune di Manduria; Giuseppe De Sario, presidente di
Legambiente Manduria; Francesco Tarentini, presidente Legambiente
Regionale; Giancarlo Girardi, rappresentante associazione “Libera – contro
tutte le mafie”; modera l’incontro il giornalista Salvatore Catapano. “Il nostro
paese sta vivendo una crisi non solo economica e finanziaria, ma anche una
profonda crisi dell’Uomo, che sta avvilendo l’intera nazione”, ci spiega De
Sario, che prosegue con questa riflessione “Oggi siamo chiamati a scegliere
se percorrere la strada che porta alla perdita della memoria e che ci vedrà
trasformati in breve in un paese senza più coscienza, incapace di progettare
e costruire il futuro, oppure la strada della consapevolezza, che ci consentirà
di diventare un paese libero e cosciente, promotore di cultura della legalità e
di nuove economie sostenibili a tutela della ricchezza del nostro territorio”.
Ricordiamo che Renata Fonte, assessore e consigliere comunale nel
comune di Nardò, è l’unica amministratrice donna che in Italia abbia pagato
con la vita il suo impegno civile. Venne uccisa la notte del 31 marzo 1984, in
un territorio apparentemente lontano dai circuiti della grande criminalità
organizzata, ma capace di diventare spietato contro chi si opponeva agli
appetiti di cementificazione degli speculatori edilizi. La sua vicenda umana e
il suo tributo di sangue sono diventati un film dal titolo “Una donna contro
tutti – Renata Fonte”, andato in onda domenica 4 febbraio su Canale 5. Il
convegno è organizzato da Legambiente Manduria e dal CEA – Centro di
Educazione Ambientale, in collaborazione con l’associazione Popularia
Onlus.