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Lecce: subisce un furto, se la prende con “l’accoglienza a prescindere” Puntualizza di non essere razzista a prescindere e critica "il" buonismo del". Ma non è stato derubato da tutti i migranti

polizia foto dietro

Un furto a locale aperto nel primo pomeriggio e la telecamera che riprende tutta la scena, mostrando ben nitido il viso del responsabile, un uomo di colore. A rendere pubblica la vicenda è il titolare di un noto ristorante del centro storico di Lecce che ha pubblicato il video sulla sua pagina Facebook accompagnandolo ad un post in cui traspare tutta la sua rabbia per quanto accaduto ma anche verso l’autore del furto, definito «una risorsa entrata di soppiatto nel mio ristorante con l’intento di pagare i contributi delle pensioni degli italiani».

Questa esternazione, insieme ad altre frasi dai contenuti forti, ha suscitato le reazioni di molti commentatori- alcuni favorevoli altri scandalizzati. Lui, il titolare ha aggiunto «non sono razzista a prescindere, ho un figlio nigeriano, un nipote indiano» e poco dopo, in un altro post ha mandato a quel paese «l’accoglienza a prescindere” e il vostro buonismo del…». Nelle scorse ore l’autore è stato individuato dalla Polizia.

Al ristoratore oggi scrive il consigliere scrive una lettera il consigliere comunale Gabriele Molendini: «L’azione subita, il reato, è ascrivibile ad una persona non ad una categoria, razza o moltitudine.

Se un artigiano non rilascia fattura non posso dire che tutti sono evasori. Se un professionista si appropria di denari del suo cliente non posso tacciare di ladrocinio tutta la categoria. Se un lavoratore pubblico dipendente timbra il cartellino ed esce a far la spesa, non per questo i tanti altri che fanno il loro dovere possono essere oggetto di generiche contumelie. Se un americano o un cinese o un russo hanno fatto cose orribili, non per questo immagino che sia un popolo orribile il loro.

Chi ha sottratto le banconote dalla cassa del tuo locale, è un autore di reato, di un furto. Reato non rarissimo purtroppo. Reato che non ha carta di identità. Mi auguro che quelle parole anche terribili, siano tracimate fuori guidate dalla rabbia e che oggi più, lucido, tu possa riconoscere che chi sbaglia paga ma la responsabilità rimane personale. Sei sicuramente una persona intelligente ed in grado di comprendere, recuperata la lucidità, che chi è ferito non può sparare a casaccio nel mucchio per rivalsa. A volte è bene dirlo: non volevo dire quello che ho detto, sono “parole dal sen fuggite”. Capita. Ed è segno di intelligenza riconoscerlo».(leccesette.it)

 

 

 

 

 

 

 

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