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Il documento di economia e finanza messo a punto dal governo Si punta a diminuire il rapporto debito/Pil fino al 2018, Renzi dice che ci sono meno tasse per 21 miliardi di euro e non ci sono tagli. Non la pensano così i Comuni COMUNICATO E VIDEO

consiglio ministri

Gli enti locali, e fossero solo loro (hai detto niente) non condividono granché l’ottimismo di premier e governo. Tanto che il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha chiesto un incontro con l’esecutivo prima del varo del documento di economia e finanza, Def. Però Renzi e il ministro dell’Economia, Padoan, ritengono di aver messo su una pianificazione tale da arrivare a diminuire di otto-nove punti percentuali il rapporto deficit/pil nel 2018, di non aumentare le tasse e anzi diminuirle di 21 miliardi di euro in questo tempo e di non operare tagli alla spesa. Ecco, ad esempio su quest’ultima voce, gli enti locali invece hanno paura. Tanra (Renzi le considera “affermazioni stravaganti”). E c’è anche paura per la nuova tassazione sulla casa, che dovrebbe raggruppare le precedenti e dovrebbe essere “scaricata” ai Comuni, local tax. Ci sono le opposizioni. Brunetta dice che i numeri presentati da Renzi e Padoan sono balle, Salvini manda Renzi a quel paese (ma in maniera più prosaica). Comunque sia, Renzi e Padoan ritengono di avere fatto bene. Oggi il Consiglio dei ministri di è riunito e, per l’appunto, ha esaminato la messa a punto del Def, fra le altre cose. Di seguito il comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio dei ministri:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, martedì 7 aprile 2015, alle ore 14.00 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Segretario il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi.

STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA

In apertura del Consiglio dei Ministri, il Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, ha aggiornato il Governo sullo stato di attuazione del programma.

Rispetto al Consiglio dei Ministri del 3 marzo u.s., vi sono 39 provvedimenti in meno, di cui 23 riferiti al Governo in carica.
Lo stock riferito ai due precedenti Esecutivi, dal 22 febbraio 2014 è sceso da 889 a 316.

DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Documento di economia e finanza 2015 – DEF, a norma dell’articolo 10 della legge 31 dicembre 2009, n. 196

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha avviato l’esame del Documento di economia e finanza previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, n.196 del 2009, la cui approvazione è prevista entro il 10 aprile di ogni anno.

Presentazione DEF
La programmazione economico-finanziaria viene aggiornata alla luce di un quadro macro favorevole all’Italia e all’Eurozona: il prezzo dell’energia ha subito un drastico calo e al tempo stesso il rapporto euro/dollaro è più coerente con i fondamentali delle due aree economiche. Questa seconda componente del quadro macro si è realizzata grazie alla politica di quantitative easing della BCE, resa possibile sia dalla gestione responsabile dei bilanci nazionali dei paesi dell’Unione europea, sia dal nuovo clima maturato durante la presidenza italiana dell’Unione europea.

Dopo un lungo periodo caratterizzato dall’instabilità politico-istituzionale e dall’emergenza finanziaria, il Governo lavora alla politica economica in una prospettiva non più emergenziale e intende cogliere l’opportunità offerta dalla finestra temporale favorevole dando continuità alla propria strategia di medio termine: riduzione delle tasse compensata da risparmi sulla spesa, ripresa degli investimenti, gestione responsabile del bilancio statale, riforme strutturali.

Il Documento di Economia e Finanza 2015 opera quindi in continuità con i principali provvedimenti assunti nei mesi precedenti (il decreto legge 66, la legge di stabilità, l’investment compact) e conferma l’ambizioso programma di riforme che costituisce il segno distintivo del Governo: piena realizzazione del jobs act, riforma della pubblica amministrazione, riforma della legge elettorale e dell’architettura istituzionale, riforma della scuola, adeguamento del settore del credito, revisione della spesa orientata sia alla generazione di risparmi che all’aumento dell’efficacia dei servizi pubblici offerti a cittadini e imprese. Un programma che ha l’obiettivo di migliorare strutturalmente la capacità competitiva del Paese a partire dal capitale umano e dalle infrastrutture.

L’affacciarsi della crescita dopo tre anni di recessione e la realizzazione di riforme lungamente attese consentono di impostare un ciclo della fiducia: il circolo virtuoso che fa risalire la domanda e insieme alla revisione della spesa crea spazio per la riduzione delle tasse e la ripresa degli investimenti pubblici; il risultato sarà un ritmo di crescita più elevato nel 2016 e 2017, il rafforzamento dell’occupazione e quindi della fiducia.

Questa strategia si sviluppa entro il vincolo stringente dovuti all’elevato debito pubblico che grava sulle finanze del paese. Questo vincolo trova manifestazione nelle regole comuni adottate nell’ambito dell’Unione europea, che il Governo italiano rispetta integralmente (vincolo del 3% nel rapporto deficit/PIL, saldo strutturale in evoluzione verso il pareggio, regola del debito). Una strategia che ha consentito finora di consolidare la fiducia dei mercati (con un beneficio consistente nella riduzione del costo del debito) e ha dato la possibilità alle istituzioni europee di mettere in campo una strategia per la flessibilità e per una politica monetaria espansiva.

Le stime di crescita e il programma di finanza pubblica
Il quadro programmatico contempla una crescita superiore alle precedenti previsioni, grazie alla cancellazione delle tasse contemplate per il 2016 dalle clausole di salvaguardia e nonostante l’impatto negativo dei risparmi sulla spesa:

 
PIL (variazione su anno precedente) 2015 2016 2017 2018
Stime aprile 2015

+0,7%

+1,4%

+1,5%

+1,4%

Stime autunno 2014

+0,6%

+1,0%

+1,3%

+1,4%

 
QUADRO PROGRAMMATICO 2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,6%

-1,8%

-0,8%

0

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,5% -0,4% 0 0
DEBITO PUBBLICO / PIL 132,5% 130,9% 127,4% 123,4%
 
QUADRO TENDENZIALE AGGIORNATO 2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,5%

-1,4%

-0,2%

+0,5%

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,5% 0 +0,5% +0,8%
DEBITO PUBBLICO / PIL 132,4% 130,3% 127,2% 123,7%
 
QUADRO PROGRAMMATICO
NOTA AGG. DEF
2015 2016 2017 2018
DEFICIT NOMINALE / PIL

-2,9%*

-1,8%

-0,8%

-0,2

DEFICIT STRUTTURALE / PIL -0,6%* -0,4% 0 0
DEBITO PUBBLICO / PIL 133,4% 131,9% 128,6% 124,6%

(*): Il rapporto deficit/PIL per il 2015 è stato corretto a 2,6% con la legge di stabilità 2015.

Il quadro tendenziale aggiornato consentirebbe di raggiungere il pareggio di bilancio strutturale già nel 2016, tuttavia il Governo ha ritenuto opportuno confermare al 2017 il conseguimento di tale obiettivo così da conferire una natura espansiva alla programmazione per il 2016.

Per il 2016, infatti, il Governo si impegna a cancellare l’aumento delle tasse contemplato dalle clausole di salvaguardia, per un valore corrispondente a 1 punto di PIL. Questo intervento viene effettuato grazie ai risparmi della revisione della spesa e al beneficio che si registra grazie alla crescita maggiore e alla spesa per interessi sul debito inferiore rispetto alle previsioni precedenti.

Il ricorso alla “clausola delle riforme” prevista dalle linee guida sulla flessibilità delle regole europee pubblicate dalla Commissione a gennaio di quest’anno, consente di contenere l’aggiustamento strutturale a 0,1% del PIL rispetto allo 0,5% altrimenti richiesto dalle regole comuni.

Il debito pubblico si stabilizza nel 2015 e comincia il percorso di riduzione a partire dal 2016. Un percorso che libererà il Paese da un grave fardello. La regola del debito viene quindi rispettata e l’obiettivo viene centrato nel 2018.

Il Ministro Padoan ha acquisito un primo consenso da parte del Consiglio dei Ministri sul Documento, il cui coordinamento verrà completato entro la data prevista dalla legge.

LEGGI REGIONALI

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato diciassette leggi delle Regioni e delle Province Autonome.

Per le seguenti leggi delle Regioni e delle Province Autonome si è deliberata la non impugnativa:

1) Legge Regione Lazio n. 2 del 12/02/2015 “Modifiche alla legge regionale 6 luglio 1998, n. 24 (Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposti a vincolo paesistico) e successive modifiche”.

2) Legge Regione Marche n. 2 dell’11/02/2015 “Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 2014, n. 36 “Disposizioni per la  formazione del bilancio annuale 2015 e pluriennale 2015/2017 della Regione. Legge finanziaria 2015” e alla Legge Regionale 30 dicembre 2014, n. 37 “Bilancio di previsione per l’anno 2015 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2015/2017”.

3) Legge Regione Sardegna n. 4 del 04/02/2015 “Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006”.

4) Legge Regione Sicilia n. 4 del 09/02/2015 “Disposizioni in materia di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione”.

5) Legge Regione Campania n. 4 del 10/02/2015 “Approvazione dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42)”.

6) Legge Provincia Trento n. 2 del 16/02/2015 “Attività della Provincia nell’ambito dell’Unione europea, rapporti interregionali e cooperazione territoriale”.

7) Legge Regione Calabria n. 8 del 18/02/2015 “Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita d’esercizio 2013 della Sogas S.p.A.”.

8) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 1 del 13/02/2015 “Razionalizzazione, semplificazione ed accelerazione dei procedimenti amministrativi di spesa”.

9) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 2 del 13/02/2015  “Disposizioni in materia di trattamento economico dei consiglieri e degli assessori regionali, nonché di funzionamento dei gruppi consiliari. Modifiche alle leggi regionali 2/1964, 52/1980, 21/1981, 38/1995, 13/2003, 18/2011 e 3/2014”.

10) Legge Regione Liguria n. 3 del 06/02/2015 “Modifiche alla legge regionale 1 luglio 1994, n.29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio)”.

11) Legge Regione Liguria n. 4 del 16/02/2015 “Interpretazione autentica dell’articolo 24, comma 1, della legge regionale 19 dicembre 2014, n. 40 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Liguria (Legge finanziaria 2015)”.

12) Legge Regione Lazio n. 3 del 17/02/2015  “Disposizioni per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo dell’artigianato nel Lazio. Modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n. 14 (Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche”.

Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 15.45.

Di seguito il link per accedere al video della conferenza stampa tenuta dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal ministro dellìEconomia, Pier Carlo Padoan:

http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/Audiovisivi/dettaglio.asp?d=78247


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