Martina Franca, nei decenni scorsi, vantava una tradizione di discoteche e dj di primissimo piano. I disc jockey, per la verità, erano prerogativa di un’intera regione, la Puglia: dal mostro sacro Renzo Arbore agli altri, talento assoluto. Fra questi, appunto di Martina Franca in cui spopolava la discoteca Bibluar, “il” disc jockey era Aldo Ancona.
Avrebbe potuto raggiungere qualsiasi obiettivo professionale, con le sue capacità ma, raccontò al sottoscritto, “vivo nel posto più bello del mondo” e quindi preferì il suo paese per viverci, tranquillo, con moglie e figlio. Svolgendo un altro lavoro e non dimenticando, nel tempo, di essere bravo bravo bravo nel mettere dischi e presentarli.
Un ricordo personale, cosa di cui non si deve approfittare mai in un contesto giornalistico ma stavolta è dovuto con un sincero ringraziamento: ricordo risalente a quindici anni fa. A chi scrive, verificando che, appunto chi scrive, otteneva sempre raccomandazioni al contrario (cioè non per entrare in qualche contesto ma per essere cacciato, visto che dava fastidio) Aldo Ancona seppe indicare, con un impegno concreto e anche molto celere, la strada di arrivo in un contesto radiofonico di prima importanza nel sud Italia e di rilievo in campo nazionale. Con questa motivazione: tu non trovi la porta giusta ma solo perché ti manca la chiave e non la capacità. Una cosa che non potrà mai essere dimenticata, da chi scrive. Una cosa fatta non dal potente di turno (buoni quelli) ma da uno che aveva scelto di vedere valorizzato un merito. Una rarità, soprattutto in questo povero meridione d’Italia in cui nel curriculum vale più mettere di quale politico sei amico rispetto a cosa sai fare.
Anche per queste capacità, di bravura e senso della vicinanza verso gli altri, Aldo Ancona morto stamattina in ospedale ucciso dal cancro, mancherà ai suoi familiari e alla sua città. Che oggi è un po’più povera e triste. Funerali domani alle 16,30 in Sant’Antonio a Martina Franca.
Agostino Quero