Fonte Salute Salento:
Il sospetto, o meglio la possibilità che i casi di “mucca pazza” registrati nel Basso Salento nel giro di una settimana possano essere riconducibili ad eventuali trasfusioni di sangue che i due pazienti deceduti potrebbero aver subito anche molti anni fa, è venuto ai funzionari dell’assessorato alla Salute di Bari. Da qui è partita ieri una comunicazione urgente diretta al Servizio immuno-trasfusionale della Asl di Lecce. Ma non si esclude che dall’Istituto superiore di Sanità di Roma, preoccupati dell’alta media di casi nel Salento, abbiano allertato la Regione Puglia. In ogni caso l’ordine di servizio è chiaro: il responsabile del Simt, il servizio trasfusionale della Asl, Fernando Valentino, dovrà mettersi immediatamente sulle tracce delle cartelle cliniche dei due soggetti colpiti dalla malattia di Creutzfeldt-Jakob (Mcj); la donna di 49 anni di Parabita ricoverata alla Neurologia di Casarano il 21 luglio scorso e l’uomo di 67 anni di Giuggianello, ricoverato nello stesso reparto il 10 luglio. Nella mattinata di oggi il dottore Valentino viene ricevuto dal direttore generale Giovanni Gorgoni, destinatario della stessa comunicazione urgente. L’indagine avviata dalla regione riguarderà anche le caratteristiche degli esami immuno-isto-chimici effettuati a Bologna. Ma soprattutto si dovrà andare a scavare se i due soggetti siano stati trasfusi in passato e abbiano donato il sangue. Finora il sospetto che questa malattia possa essere trasmessa con il sangue era rimasto decisamente remoto. Da 2-3 anni invece, in Gran Bretagna si è scoperta una nuova variante del vecchio ceppo della Creutzfeldt-Jakob (Mcj), che uno studio ha segnalato come possibile veicolo di trasmissione della malattia, attraverso il sangue. Una eventualità, quella delle trasfusioni di sangue, di cui i comunicati diffusi dalla Asl di Lecce non avevano tenuto conto. Tornando nel Salento, questo obbliga a un approfondimento per appurare se queste persone NON hanno avuto trasfusioni di sangue, di globuli rossi, di plasma o di piastrine. In questo caso si escluderebbe il veicolo trasfusione e saremmo tutti più tranquilli. Se invece dovesse emergere che da almeno 10 anni a questa parte i due soggetti hanno fatto trasfusioni il discorso cambia. A questo serve l’acquisizione delle cartelle cliniche, dopo aver contattato i familiari dei deceduti.