Periodo di attesa per gli operatori del gioco. Sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali c’è la trattiva sull’offerta e distribuzione territoriale, un riordino complessivo che avrebbe dovuto realizzarsi entro il 30 aprile. Normative in piena evoluzione ed adeguamenti prorogano le concessioni attuali, e rallentano ma non frenano l’attesa predisposizione del bando di gara per 120 concessioni di gioco on line, inizialmente previsto per la fine di luglio, quello per il Bingo e quello per diecimila concessioni tra agenzie di scommesse e corner, atteso per il 30 giugno, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016.
Le ben tredici pagine che il documento finanziario dedica alla regolamentazione del comparto del gioco in Italia, non ne evidenziano solo il peso economico, ma anche la velocità di crescita, specie sulla rete. Tra le questioni più delicate, affrontate nel lavoro di Commissione Bilancio, Parlamento e operatori di settore, c’è l’apertura di nuovi “punti vendita”, le cui caratteristiche e distribuzione devono garantire “livelli di sicurezza per la tutela della salute dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e prevenire il rischio di accesso dei minori”. No anche a nuove slot, consentite solo nel caso in cui vadano a sostituire vecchie apparecchiature, e divieto di istallazione di totem negli esercizi pubblici. In più, entro il 2019 le vecchie macchinette dovranno essere sostituite con apparecchi dotati di sistemi di gioco a controllo remoto, il 30% delle quali già da quest’anno.
La questione pubblicità
No a quella che incoraggia il gioco incontrollato, che ne neghi i rischi e illude sulle reali possibilità di vincita. Vietati spot nei programmi radio e tv generalisti dalle 7 alle 22, esclusi i media specializzati autorizzati. E il fondo per il gioco d’azzardo patologico, GAP, ripartito fra Regioni e province autonome, sarà di 50 milioni di euro annui. Le correzioni sul piano fiscale: il PREU sulle newslot è passato dal 15 al 17,5%, a fronte di una riduzione della percentuale destinata alle vincite che passa dal 74 al 70%. Abrogata la tassa da 500 milioni sui compensi di concessionari e operatori di filiera, e passaggio dalla tassazione sulla raccolta a quella sul margine per i giochi di abilità a distanza, dove “margine” indica la differenza tra le cifre giocate e le vincite corrisposte, che sarà al 20%. Tutti provvedimenti che regolamentano sale e limitano i cosidetti mini-casinò, ma che hanno favorito, complici tablet, smartphone ed App, proprio il boom del gioco on line: nel 2015 un milione e mezzo di utenti hanno speso 821 milioni di euro. I casinò con licenza AAMS sul web sono cresciuti del 27%, le scommesse sportive del 25%. Va peggio il poker on line, con -18% , Bingo e scommesse virtuali -7%. Gli introiti dello Stato sono aumentati del 23%, per un valore di 205 milioni di euro. Dal bando per le concessioni ( al costo di 200 mila euro) di gioco on line, che probabilmente slitterà a fine estate, il Governo prevede di incassare 24 milioni di euro: 60 quelle in scadenza, 47 quelle che resteranno valide fino al 2022. La gara si è resa necessaria per allineare gli operatori secondo le norme comunitarie del 2009 e garantire l’uguaglianza di esercizio tra tutti gli operatori. Ammonta a 400 milioni invece la cifra che lo Stato guadagnerà dalla gara per le concessioni del comparto scommesse: 10 mila agenzie, base d’asta 32 mila euro, e 5 mila corner (di cui mille da istallare in bar ed esercizi) con base d’asta a 18 mila euro. Al momento secondo Agimeg, in italia ci sono 13.582 punti di raccolta scommesse, 3.187 negozi di gioco, e 8.246 corner sportivi ed ippici, cifra che supera il tetto dei 5.000 previsto dalla legge.
Obiettivo del Governo è anche la lotta all’illegalità. La sanatoria approvata dal governo Renzi nel 2014 per regolarizzare i centri scommesse operativi in Italia ma di agenzie estere e dunque privi di autorizzazione del Monopolio, secondo la Commissione Antimafia è poco efficace contro illecito e criminalità, oltre all’assenza di “un efficace impianto sanzionatorio per il gioco on line”. Con l’ultima Legge di Stabilità sono stati prorogati i termini del condono per gli operatori, ma le nuove richieste ad aprile erano poco meno di 400. Meno di 2.000 le posizioni sanate finora a fronte delle 7.000 ancora irregolari che avrebbero dovuto far entrare nelle casse dello Stato circa 220 milioni di euro.