Paola D’Antonio, docente all’università della Basilicata, esperta agronoma, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno. Dice che il batterio killer degli ulivi è colpa di internet, o meglio del fatto che l’importazione di piante attraverso la rete rende ben più difficili i controlli. Cosa che, appunto, ha portato la Xylella fastidiosa, batterio pericolosissimo per gli ulivi, a intaccarne un numero preoccupante nel Salento.
Adesso, dice la professoressa in quella intervista, nel mirino ci sono i lecci: la cocciniglia chermococco è letale per rami e foglie di questi alberi presenti in Puglia e Basilicata e fondamentali per il nostro territorio (come del resto gli ulivi). Secondo la studiosa, è probabile che, come accaduto per il batterio killer degli ulivi, dipenda dall’importazione, magari poco controllata, di piante da zone diverse dal bacino del Mediterraneo.
Mentre le pratiche per tentare di salvare gli ulivi sono sollecitate da ministri, parlamentari, esponenti istituzionali a tutti i livelli, studiosi ecc., per i lecci l’allarme dell’esperta è tuttora meno diffuso. Ma non c’è da perdere tempo. Dal punteruolo rosso delle palme in poi, sta diventando una battaglia durissima.
(foto: fonte kevindesantitaslecce.altervista.org)
Se non ricordo male, il leccio della rotatoria di via Locorotondo è di importazione nonostante all’epoca fosse stata presentata offerta da parte di un’impresa locale per fortnirne uno autoctono. Se così dovesse essere, i responsabili sarebbero da perseguire.