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Maratona di New York, pattuglia pugliese: la partecipazione del gruppo di Martina Franca Un italiano di 74 anni l'ultimo classificato, ce l'ha fatta in dieci ore

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Mario Bollini, 74 anni, maresciallo in pensione. Abruzzese. È l’ultimo classificato nella maratona di New York, con grande orgoglio. Ci ha messo dieci ore e un minuto per tagliare il traguardo domenica, nella sua trentacinquesima partecipazione a quella maratona.

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Di seguito il comunicato:

Oltre 54mila maratoneti si sono dati appuntamento a Staten Island per prendere parte alla 53ª edizione della TCS New York City Marathon. Migliaia di corridori provenienti da tutto il mondo, di cui 2.443 italiani, seconda nazione più rappresentata dopo gli Stati Uniti.
In campo maschile la vittoria è andata all’olandese Abdi Nageeye, che ha tagliato il traguardo con un tempo di 2 ore, 7 minuti e 39 secondi, superando sul finale il keniano Evans Chebet, quindi terzo Albert Korir. Tra le donne è stata la keniana Sheila Chepkirui a trionfare in 2 ore, 24 minuti e 35 secondi, assicurandosi il primo posto davanti a un’agguerrita concorrenza, inclusa la connazionale Hellen Obiri, giunta seconda, terza Vivian Cheruiyot.
Tra gli italiani a coronare il sogno di una vita anche i nostri: Francesco Cervellera, Claudio Pastore, Donato Rinaldi, Giada Salamina e Domenico Cofano, della Martina Franca Running ASD, Andrea Tardia e Raffaele Basile, della squadra Quelli dell’Alba, che hanno tagliato il tanto agognato traguardo a Central Park con tempi di tutto rilievo.

La Maratona di New York, afferma il presidente della Martina Franca Running, Francesco Cervellera, non è semplicemente una competizione, ma un’esperienza che può cambiare la vita. È un viaggio interiore, alla scoperta dei propri limiti e delle proprie potenzialità. È un momento di condivisione, gioia e unità. È un’emozione difficile da descrivere a parole, ma che chiunque abbia partecipato a questa maratona porta nel cuore per sempre. Tuttavia, è lungo il percorso che la magia diventa ancora più intensa. Ad ogni angolo, ad ogni chilometro, si viene accolti da volti sorridenti, strette di mano e grida di incoraggiamento. Ci sono bambini con cartelloni colorati, gruppi di amici che ballano e cantano, anziani che offrono un bicchiere d’acqua e un sorriso.
E poi ci sono i cartelloni, quelli fatti a mano, quelli divertenti, quelli commoventi. “Corri come il vento!”, “Sei più forte di quanto pensi!”, “Non mollare mai!”. Ogni messaggio è un piccolo gesto di affetto, un incoraggiamento che dà la forza di andare avanti, anche quando le gambe sembrano pesare una tonnellata. Ma tutto questo ripaga e fa dimenticare i mesi di duri allenamenti, le levatacce e le rinunce. TCS Maratona di New York, sei unica.

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