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Un padre che si fa riarrestare pur di vedere i suoi bambini. Da Taranto la favola (vera) di questo Natale

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I giornali ne hanno parlato in questi ultimi due giorni. Un uomo ai domiciliari, a Pescara. Scappa dai domiciliari, il 30 novembre. Evade. Va riarrestato. Lui però, prima di (andare a) farsi prendere, deve compiere ciò per cui è evaso: rivedere i suoi bambini.

Così si è messo in treno a Pescara, per raggiungere Taranto. Lì vanno a scuola i bimbi e lui, lì aveva deciso di andarli a vedere entrare a scuola. Viaggio dall’Adriatico allo Ionio assolutamente avventuroso, perché per non farsi beccare, il papà ha cambiato treni su treni, praticamente a ogni fermata. Quante volte lo abbiamo visto nei film: succede sul serio, anche e soprattutto nella vita vera.

Terminato il viaggio da tregenda, l’uomo è riuscito ad arrivare all’appuntamento che aveva dato a se stesso, per vedere i suoi bambini entrare a scuola.

Fatto questo, è andato alla polizia: arrestatemi.

Quante storie di Natale abbiamo visto, e vedremo in questo periodo, nei film: questa favola però è vera. Non scritta, non diretta, non interpretata: vissuta. A Taranto.

Ieri a Martina Franca si è parlato di un’altra bella storia, un portafogli pieno di soldi consegnato ai carabinieri da chi lo aveva trovato. Ma ieri, anche, a Martina Franca, in una conferenza stampa, la polizia ha illustrato l’operazione di arresto di tre individui che rubavano negli appartamenti. Uno degli arrestati, violento, anche. Ed evaso, mesi fa, dai domiciliari.

Ecco, un padre che scappa per andare a vedere i suoi bambini, per poi farsi riarrestare, e uno che scappato, continua a delinquere e poi dà anche una testata al poliziotto che lo ha preso, la comunità non può trattarli allo stesso modo. Quel papà, è il parere sommesso che il sottoscritto esprime, meriterebbe una prova d’appello. Anzi, se l’è meritata.

A. Q.


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