Nel finesettimana, raccolte 170 tonnellate di rifiuti a Brindisi e in provincia. Ripulite in qualche modo le strade e, secondo i sostenitori dell’ordinanza regionale, superata l’emergenza. Ma come?
Di seguito un comunicato diffuso dal circolo “Di Giulio” di Legambiente Brindisi:
Induce molte perplessità la notizia secondo cui il Commissario dell’OGA, nonché Presidente della Regione, ha emesso un’Ordinanza per imporre alla discarica di Formica Ambiente Srl di accogliere i rifiuti indifferenziati provenienti dai comuni della Provincia; perplessità di ordine ambientale, di ordine economico e, verosimilmente anche di ordine normativo. I media riportano che l’Ordinanza prevede che i rifiuti indifferenziati saranno preventivamente triturati ma non biostabilizzati, prima dello smaltimento in discarica e ciò fino al 15 gennaio 2016. Dalle foto riportate su un sito web, appare inoltre che il trituratore, già in funzione presso la discarica di Formica, sarebbe totalmente privo dell’apparato elettromagnetico capace di eliminare le componenti metalliche presenti nel rifiuto e vietate allo smaltimento in discarica. Il divieto di smaltimento delle componenti metalliche e non metalliche, oltre che rispondere alla normativa comunitaria e nazionale, ha la funzione di evitare che tale componente possa lacerare, per punzonamento, i teli delle sponde della discarica e creare preferenziali vie di deflusso del percolato verso la sottostante falda; tutto ciò fatto salvo che l’Ordinanza non evidenzi anche questo aspetto, superando le norme vigenti. Il fatto poi che non si debba effettuare la biostabilizzazione del rifiuto rappresenta un’offesa a lustri di lotte effettuate per migliorare la vivibilità delle popolazioni residenti nelle Contrade Formica, Autigno, Mascava, Serranova e quelle prossime a S. Vito dei Normanni, che torneranno a subire la forte, pericolosa e invivibile contaminazione odorigena riveniente dai gas di putrefazione della componente organica presente nei rifiuti. Tale condizione, se pur in emergenza, è inaccettabile! Né è accettabile e percorribile l’eventuale giustificazione che il rifiuto sarà giornalmente ricoperto! Non è più tollerabile che eventuali errori, ritardi, mancanza di controlli, superficialità amministrative, ecc., compiuti sull’impianto del CDR debbano sempre vedere come vittima sacrificale la popolazione dei residenti le richiamate contrade. Vorremmo capire se la “biostabilizzazione” del rifiuto “tal quale” non può essere più effettuata nell’impianto di CDR perché le “celle” esistenti sono inadeguate e/o se vi sono problemi connessi alla gestione operativa dei rifiuti nelle stesse celle, fatto salvo che l’OGA ed il Commissario hanno liquidato il vecchio gestore. Se oggi le celle di biostabilizzazione sono inadeguate alla funzione cui sono destinate, come mai sono state utilizzate dal vecchio gestore, la Nubile Srl? Per quale motivo, considerato che la biostabilizzazione nelle celle avveniva in 7/10 giorni, con un Indice respirometrico incrementato dalla stessa Regione a 1000, si debba permettere di smaltire in discarica il rifiuto fino al 15 gennaio 2016? Per quale motivo, avendo la Nubile ultimato l’acquisizione dei rifiuti nell’impianto di Via Pandi il 30 novembre e dovendo la stessa smaltire le 3.000 tonnellate ancora presenti nell’impianto e, presumibilmente, nelle celle di biostabilizzazione, entro il 15 dicembre, lo smaltimento del rifiuto indifferenziato deve continuare fino al 15 gennaio 2016? Tali termini perentori portano a pensare che l’Amiu Puglia Spa, voluta dal Commissario dell’OGA e subentrante alla Nubile Srl, abbia la possibilità in un mese di effettuare sull’impianto quelle opere strutturali in grado di biostabilizzare, secondo i termini normativi, tutto il rifiuto entrante e di produrre anche il CDR ( o meglio il CSS). Tutto ciò a quali costi economici ed ambientali? Quelli ambientali…fortemente negativi ma, dalle notizie di stampa, parrebbe che anche quelli economici saranno solo ed esclusivamente a danno della cittadinanza. Infatti le paventate 68 €/tonn per la lavorazione dei rifiuti nell’impianto, costituiscono un incremento di ben 17 €/tonn, a ciò si aggiunga lo smaltimento in discarica (pari 70 €/tonn) ed il maggiore incremento dovuto alla triturazione del rifiuto fino al 15/01/2016. Infine, considerando che l’AMIU sarà in grado di produrre più del 25-30% di CDR che potenzialmente era in grado di produrre l’impianto, alle richiamate spese dovranno anche aggiungersi le spese per lo smaltimento del CDR in impianti di combustione. Infine, con evidente indignazione circa la confusione creata intorno al problema “rifiuti”, non mancano le perplessità rivenienti sulla possibilità che il Commissario dell’OGA, nel qual caso anche Presidente della Regione Puglia, possa, in mancanza di un commissariamento regionale del ciclo dei rifiuti, superare con propria Ordinanza le normative vigenti. Insomma, una situazione inaccettabile, che produce sia danni ambientali che, danni economici per i quali non siamo più disponibili ad alcuna forma di giustificazione ed accettazione.