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Taranto: altra tentata rivolta in carcere Denuncia Sappe

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Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:

Il fatto è accaduto  nella serata del 5 Dicembre,  a circa 15 giorni dell’ultimo clamoroso episodio di violenza nel carcere di Taranto, ormai diventato un terreno di scontro  senza fine, grazie anche  all’inerzia di un amministrazione penitenziaria che di fatto, si è sottomessa alla violenza ed ai voleri  dei detenuti.
Dove è il garante dei detenuti sempre pronto a gettare la croce addosso alla polizia penitenziaria, per  poi sparire in questi momenti tragici ?
La cosa ancora più drammatica è che questa nuova sommossa è accaduta nel nuovo padiglione appena terminato, in cui i cancelli, i muri, non hanno retto alla devastazione, nonostante sia costato più di una decina di milioni di euro!
Peraltro il motivo della rivolta dimostra ancora una volta la prepotenza e dei detenuti che si abbatte senza alcuna motivazione concreta, ma solo per dimostrare che comandano loro; peraltro cosa può fare un poliziotto da solo di fronte a tanti detenuti?
I fatti: verso le ore 21  del 5 Dicembre al  quarto piano del nuovo padiglione(reparto covid), un detenuto veniva visitato  dal medico di guardia poiché non si sentiva bene.
Dopo un accurata visita,  il sanitario  non ritenendo  di non dover prendere ulteriori provvedimenti, invitava il detenuto a rientrare nella propria stanza.
A ciò  interveniva un altro detenuto che condivideva la stanza con il predetto che, cominciava ad inveire  con minacce pesanti contro il  sanitario, pretendendo  che il compagno di  stanza  fosse trasportato in ospedale.
Non contento  di ciò lo stesso oltrechè  aizzare gli altri ristretti nel reparto  invitandoli a  spaccare tutto, iniziava a lanciare le bombolette di gas  accese  (che utilizzano per cucinare), contro l’agente di sezione, distruggendo nel contempo   le  sedie e il tavolo presenti nella stanza.
Così anche altri detenuti prendevano parte alla violenta protesta profferendo all’indirizzo dell’unico poliziotto in servizio minacce di morte,  per poi cercare  di sfondare il cancello blindato di accesso alla stanza, scagliando contro, come un ariete,  il letto  in ferro.
A questo punto l’agente di sezione chiamava rinforzi che faticavano ad entrare nella sezione, poiché fatti oggetto di lanci di bombolette di gas accese,  di aggetti vari  e pezzi di  legno ricavati dalla rottura delle sedie.
Uno degli Ispettori intervenuti veniva anche colpito alla gamba da una bomboletta di gas che fortunatamente non esplodeva, poiché avrebbe potuto provocare danni irreparabili.
A questo punto i responsabili della sorveglianza, coraggiosamente  cercavano di instaurare un pericoloso dialogo con i rivoltosi che continuavano a minacciare di morte sia i poliziotti  che il sanitario, poiché  continuavano a  pretendere   che il loro amico venisse ricoverato in ospedale.
Proprio per questo si decideva di eseguire ulteriori accertamenti, tra cui un E.C.G., al  detenuto presunto  “malato”, tutti con  esito negativo.

A seguito di ciò e grazie alla professionalità e pazienza del respnsabile della sorveglianza e dei poliziotti intervenuti, la situazione è stata riportata sotto controllo.
Peraltro i poliziotti intervenuti  sono stati tutti messi sotto monitoraggio, poiché i detenuti rivoltosi erano positivi al covid.
Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria , non sa più a chi rivolgersi visto che il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria è il primo responsabile di questa situazione poiché per compiacere i vertici del DAP, ha preteso l’apertura del nuovo padiglione senza che giungesse il personale adeguato,  e non si è mai interessato di sfollare il carcere che, continua ad essere uno con più detenuti  della nazione.
Abbiamo chiesto l’aiuto del Prefetto di Taranto poiché responsabile dell’ordine e della sicurezza pubblica,  ma il massimo del suo interesse sarebbe  stato quello di informare l’amministrazione penitenziaria, inadempiente, delle doglianze del SAPPE.
Poiché presso il carcere di Taranto il caos è totale per colpa del DAP e del dottor MARTONE  provveditore regionale, il SAPPE attraverso il proprio studio legale si è rivolto al giudice del lavoro di Taranto poiché  la violazione di tutti i diritti dei poliziotti previsti dalla costituzione e da leggi dello stato è palese ed accertata, nonché al giudice civile per la richiesta di risarcimento dei danni provocati ai lavoratori a seguito della mancata vigilanza in materia  di sicurezza, igiene e salubrità sul posto di lavoro; situazioni che devono essere garantite dal datore di lavoro.
Il SAPPE nei prossimi giorni incontrerà a Roma i vertici del DAP, e finanche cercherà di parlare con il sottosegretario alla Giustizia on.le SISTO poiché è inaccettabile che un carcere come Taranto sia da mesi senza un Direttore Titolare, come pure non è possibile continuare a tenere circa 700  detenuti   nei 350 posti disponibili,  con l’organico di polizia penitenziaria idoneo per gestire 350 detenuti, e  da cui negli ultimi anni  sono state sottratte oltre 80 unità.
Come pure si reitera la richiesta di dotazione, così come avvenuto alle altre forze dell’ordine, dei taser ai poliziotti che lavorano nelle sezioni detentive.
Unica nota positiva riguarda la possibilità di inoculazione della terza dose di vaccino che dopo l’appello del SAPPE è diventata operativa , anche se deve finire la scandalosa situazione per cui  i poliziotti sono obbligati al vaccino , mentre i detenuti no, e cosa ancora più grave è che familiari dei detenuti , avvocati, ecc.ecc. continuano ad entrare nel carcere senza esibire il green pass.


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