Di seguito un comunicato diffuso dal ministro Raffaele Fitto:
Costruire insieme con le Regioni il provvedimento che andrà a regolare la riforma della politica di coesione, inserita come milestone all’interno del PNRR: questo il tema al centro della seconda riunione (ieri, ndr.) della Cabina di regia, convocata e presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto nella sala Verde di palazzo Chigi, alla presenza del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, dei Presidenti delle Regioni e del Presidente delle Province autonome guidati dal presidente Massimiliano Fedriga.
All’ordine del giorno del tavolo istituzionale la nuova riforma finalizzata ad accelerare l’attuazione delle politiche di coesione e ad assicurare la tempestiva realizzazione degli interventi del PNRR. La riforma, nell’ambito di quanto già definito nell’Accordo di partenariato e nei singoli programmi operativi, assicurerà la piena complementarità con il PNRR, con l’obiettivo prioritario di accelerare la realizzazione degli interventi in alcuni settori strategici della politica di coesione. La riforma, infatti, prevede l’entrata in vigore di una nuova disciplina normativa per la definizione di una roadmap degli interventi prioritari, in stretta coerenza con i documenti di pianificazione per le relative condizioni abilitanti, in materia di infrastrutture per la prevenzione del rischio idrogeologico e tutela dell’ambiente, trasporti e mobilità sostenibile, energia, risorse idriche, rifiuti e sostegno allo sviluppo delle imprese, in particolare per gli investimenti finalizzati alla transizione verde e digitale.
“Entro il 31 dicembre, al fine di garantire il dialogo e la cooperazione istituzionale, nonché una comprensione condivisa delle azioni necessarie per l’attuazione della riforma, – ha affermato il Ministro Raffaele Fitto – il Governo istituirà un tavolo tecnico di lavoro, nell’ambito della Cabina di regia PNRR, aperto alle singole autorità di gestione dei programmi nazionali e regionali. La riforma nazionale della politica di coesione, – conclude il Ministro Fitto – risulterà determinante per puntare alla crescita economica strutturale del paese ed in modo particolare del Mezzogiorno“.
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Di seguito un comunicato diffuso dalla Regione Puglia con la dichiarazione del presidente Michele Emiliano:
Dalla riunione è emerso che il governo avrebbe già rinegoziato con la Commissione l’intenzione di riformare le politiche di coesione che sono alla base dei finanziamenti europei alle Regioni, trasformando l’accordo di partenariato in una milestone del PNRR. Se questa cosa fosse vera, ci troveremmo davanti a un’evidente inversione logica. Il PNRR, infatti, era ed è un intervento straordinario che, in un determinato contesto storico, si è ritenuto di dover attuare al di fuori dalle regole ordinarie e su milestone più ristrette e specifiche rispetto al piano dei finanziamenti europei. Adesso, invece, siamo nell’incredibile situazione in cui il quadro ordinario diventa un pezzo del piano straordinario. Non mi meraviglia che la Commissione competente dell’Unione europea non fosse entusiasta di questa scelta, che comporta il suo scavalcamento a causa della mutata competenza nel coordinamento dei fondi.
Delle due l’una: o si tratta di un nuovo principio d’ordine, che comporta un cambio permanente della politica generale – e onestamente non capirei perché lo debba fare solo l’Italia e non anche gli altri Paesi – oppure si tratta di un trucco, un meccanismo per ovviare alla resistenza della Commissione competente e delle Regioni che stanno manifestando i loro timori per la lesione delle normali competenze in relazione ai finanziamenti europei.
A prescindere dalla scarsità delle risorse ricevute, questi fondi hanno dato risultati discreti un po’ ovunque. La Puglia, ad esempio, riceve da FESR e FSE circa 7 miliardi e mezzo di euro in nove anni. L’impatto di questa somma sul PIL pugliese è di un punto, un punto e mezzo, e non consente certamente di risolvere la questione meridionale. Io credo che il ministro Fitto sappia perfettamente che riordinare il denaro nei cassetti non porterà alla sua moltiplicazione. Il ministro sa benissimo che con questo livello di impatto sul PIL è difficile che le Regioni più fragili possano uscire dagli obiettivi di coesione. Se, con altre Regioni, non siamo riusciti a uscire dagli obiettivi di coesione è per la semplice ragione che le somme europee sono scarse e quelle nazionali sono ancora più scarse. Questa problematica, evidentemente, oggi non è stata affrontata, anche se dovrebbe essere la base del quadro di riforma delle politiche di coesione.
In base alle voci circolate ieri mattina, invece, oggi scopriamo che queste politiche, incredibilmente, dovrebbero essere riformate da un tavolo chiamato a dare suggerimenti per un atto legislativo sul presupposto che tali politiche vanno adesso logicamente subordinate al PNRR, perché sono diventate una milestone del PNRR. A me pare un pastrocchio logico e giuridico di importante spessore che inevitabilmente produrrà tutte le conseguenze evidenziate dal presidente De Luca. Anche noi siamo contrari a questo scenario per tutte le ragioni già fatte emergere. Parteciperemo a questo tavolo al fine di difendere l’autonomia delle Regioni e, soprattutto, la strategia generale di utilizzo dei fondi dell’Unione, che è essenzialmente regionale. Voglio specificare, infatti, che la strategia principale di utilizzo dei finanziamenti europei è quella che lega l’Unione Europea alle Città e alle Regioni, e solo in parte riguarda i governi nazionali, nell’ambito di un principio di separatezza che resta un punto fondamentale delle politiche europee degli ultimi anni nel quadro di coesione.