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Criminalità organizzata, sottovalutazione e rischi per il parco Ofanto: intervento Dopo lo scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli

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Di seguito un intervento di Sabrina Salerno,  cittadina:

All’indomani dello scioglimento del Consiglio comunale di Trinitapoli per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, il senatore Quarto del Movimento Cinque Stelle diffonde, tramite un post su facebook, la sua speranza che questa sia “la prima e unica volta che questo provvedimento riguarda un comune della provincia di Barletta-Andria-Trani”.

 

Un passo indietro mi aiuta a essere più chiara.
Nel rapporto 2020 sull’Indice di Permeabilità dei Territori alla Criminalità Organizzata, realizzato da Eurispes in collaborazione con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ai primi posti troviamo ben due province pugliesi: Foggia (settima) e Barletta-Andria-Trani (nona), entrambe, tra l’altro, rientranti nel Parco Naturale Regionale Fiume Ofanto.
Il rapporto misura gli aspetti del territorio collegati a una potenziale infiltrazione criminale, ma non l’effettiva penetrazione, il cui accertamento spetta a specifiche Commissioni di accesso agli atti nominate dai Prefetti, così com’è accaduto per Trinitapoli con la Commissione designata, nel luglio del 2021, dal Prefetto della BAT (Barletta-Andria-Trani), Maurizio Valiante, allo scopo di verificare se ci fossero forme di infiltrazione o condizionamenti.

È chiaro che una Provincia di circa 390.000 abitanti non può raggiungere tale posizione (9° su 110 province) per il solo peso di un Comune di circa 13.000 abitanti, qual è appunto Trinitapoli.

A tale risultato devono concorrere necessariamente altri Comuni.
E allora che senso ha l’augurio del senatore Quarto?
Non sarebbe forse più logico ed etico augurarci che si moltiplichino, nei nostri Comuni, le Commissioni Prefettizie finalizzate a svolgere “accertamenti mirati e approfonditi volti a verificare la sussistenza di eventuali forme di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare, tali da determinare un’alterazione del processo di formazione della volontà degli organi elettivi e amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’Amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi a essa affidata”?

I rappresentanti locali del Movimento Cinque Stelle, a partire dagli ex consiglieri comunali, non hanno riscontrato, così come ricordato nei giorni scorsi dal prof. Michelangelo Filannino, “opacità” e comportamenti omissivi della macchina comunale di Barletta, per esempio? E se così fosse, nessun confronto con il loro rappresentante in Parlamento?
Quando in una comunità si infiltra la Criminalità Organizzata, il funzionamento delle istituzioni viene alterato e indirizzato ad accontentare i clan locali, e non. Questo non può che peggiorare le condizioni di vita della stessa comunità. Non deve stupirci, pertanto, se nell’indagine de Il Sole 24 Ore sulla Qualità della Vita (2021), le due province pugliesi suddette si trovano al 94° (Barletta-Andria-Trani) e al 106° posto (Foggia). Analizzando i sei parametri per la BAT scopriamo che in quanto a Ricchezza e Consumi si piazza all’86° posto, in quanto ad Affari e Lavoro al 94°, per Giustizia e Sicurezza al 66°, per Demografia e Società al 95°, per Ambiente e Servizi al 74° e per quanto riguarda Cultura e Tempo Libero si situa in 89° posizione.

 

Insomma, un quadro desolante che sembra però non preoccupare la maggior parte dei cittadini, capaci di riconfermare a ogni tornata elettorale i soliti candidati o loro surrogati, e i politicanti che gonfiano le fila del centro destra e del centro sinistra. A tal proposito un’analisi dei curricula della maggior parte di loro basterebbe per dimostrare il livello degli eletti, le cui barche di voti risultano quindi incomprensibili, e dei nominati e, di conseguenza, il “valore” del loro apporto al funzionamento delle amministrazioni comunali.
Sconcertanti ma significative risultano, infine, le accuse del Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Bernardo Lodispoto, che, il 10 agosto scorso, in occasione di un Tavolo riguardante il Parco Ofanto, mi tacciò di diffondere “pareri personali” quando mi permisi di far presente a lui e al presidente della provincia di Foggia, Nicola Gatta, i dati sopra riportati e di collegarli anche alle “opacità” riscontrate nel Piano del Parco Ofanto.

“Opacità” che dovrebbero interessare il senatore Quarto che invito a occuparsi del nascente Parco Regionale oltre che di un futuro e quanto mai improbabile Parco Nazionale dedicato al fiume Ofanto. Sono passati 6 mesi da quando associazioni e cittadini hanno depositato le loro osservazioni al Piano del Parco Regionale “Fiume Ofanto” e nessuno si preoccupa di dar loro una risposta né di organizzare il dibattito pubblico accolto sia dalla Regione Puglia che dal Commissario Prefettizio di Barletta, dott. Francesco Alecci, al quale rinnovo l’invito a farsi garante di una così importante occasione finalizzata a garantire trasparenza e partecipazione, ovvero un Parco Ofanto quale bene comune per il benessere dei territori che lo ospitano e delle comunità che lo vivono.

 


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