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Le grandi feste di San Giuseppe nel tarantino Un'eco che non si è spenta

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Di Franco Presicci:

La festa si San Giuseppe quest’anno non si riesce a metterla in archivio in attesa della prossima. Non si riesce, perchè in alcuni centri è stata così grandiosa che se ne parla ancora. In Puglia San Giuseppe è molto venerato. Addirittura un paese a pochi chilometri da Taranto, ricco di vigneti e di uliveti, abitato dal XVI secolo da cittadini albanesi, che della terra di origine mantengono costumi, tradizioni, lingua, riti, porta il suo nome: San Marzano di San Giuseppe. A Lizzano compongono tavole devozionali lunghissime con l’immagine del Santo al posto d’onore, sulla parete centrale, addobbata con stoffe, merletti, ricami o tra le portate… Una tradizione antica. Sulla tavola si stendono tovaglie bianche e vi pongono tredici delizie tipiche del luogo. Tra queste, la massa con i ceci, pasta fatta in casa giorni prima e messa ad essiccare (ha la forma delle tagliatelle); il grano “stumpatu” (decorticato) e cucinato dopo essere stato tenuto a mollo per un’intera notte e il giorno dopo bollito, cotto e condito con olio fritto, aglio verde; purea di fave; lambascioni al sugo: baccalà, con lo stesso condimento; rape stufate; dolci (paste di latte; biscotti di vino; “puddiche”, fatte con olio bollente con scorze di arance e pepe; crostate chiamate “fucazieddu”, con un composto di marmellate di zucca, di uva e fichi con l’aggiunta di cannella, chiodi di garofano, mandorle, noci). Non mancano le “carteddate”, collocate in coppe smaltate, di quelle che venivano usate dai nonni. Più coppe smaltate si hanno, più le si usano, dato che sono disponibili a anche altri tipi di leccornie. A preparare i piatti sono signore del paese, volontarie e devote… Il 19 marzo la tavola viene “sgarrata”, svuotata e il bendidio offerto ai bisognosi.
Sono diverse le famiglie che allestiscono ciascuna la propria tavola. Quest’anno ce ne sono state tre private – mi dice il professor Giuseppe Marino, scrittore ed esperto di tradizioni – oltre a quelle delle associazioni, che approntano le proprie, tra cui la mia, ed esposte in un clima di serenità, devozione, preghiere, giaculatorie e allegria, caratteristiche della festa. Quindi, la processione, che parte dalla Chiesa Madre e si snoda per le vie della città tra una folla di fedeli e la banda musicale, che intona suoni sacri. Al rientro esplodono gli immancabili fuochi di artificio che in cielo si trasformano in fioriture di stelle multicolori. La sera, i falò “costruiti” con fascine, tronchetti di legno, qualche mobile invaso dai tarli o sciancato, con tantissime persone intorno, arrivate anche da Taranto, ad applaudire, elettrizzandosi.

Screenshot 20250408 062617La ricorrenza conta secoli e secoli. Ed è attesa con ansia dai papà e dai falegnami di cui san Giuseppe è il protettore. La visita alle tavole è un pellegrinaggio di fede, che continua anche il giorno dopo, quando si presentano le scolaresche. Ma il Santo che con Gesù e Maria condivide la grotta dei presepi, architetture scenografiche e luminose, viene celebrato in tante parti della Puglia e altrove, anchde all’estero, alla grande.
Festa anche a Fragagnano. quattro chilometri da Lizzano, piccola finestra sul mare Jonio, dal XVI secolo abitata anche qui da una popolazione di albanesi, che all’epoca vennero trasferiti a Monteparano per troncare i contrasti con gli indigeni. In questo paese, che vanta il Castello Marchesale con gusto barocco dominano i Riti dei Santi, con una tavola sull’altare della Chiesa, attorno alla quale si seggono persone che rappresentano la Sacra Famiglia. San Giuseppe, battendo il bastone sul pavimento, scandisce l’alternanza dei cibi. Anche qui 13 piatti che richiamano la nobile civiltà contadina (cibi che ieri erano poveri e oggi vengono serviti come specialità anche in ristoranti di grandi città come Milano). Esempi, fave con cicoria; bucatini con la mollica di pane; la “massa” (tagliatelle condite con olio, prezzemolo e pepe); ceci, fagioli, “carteddate”… Per provvedere alle vivande gli incaricati si attivano dalla metà di gennaio, stabilendo un copione con le indicazioni di un regista, Alfredo Traverso, ideatore del Teatro della Fede in Puglia, e un’artista locale, Lucia Traetta, che realizza l’immagine rappresentativa dell’evento che campeggia anche sui manifesti. Quest’anno alla tavola erano seduti due stranieri: una donna ucraina e un ragazzo del Camerun, che hanno raccontato la propria storia, presentato un piatto e interpretato un canto della propria terra. Tutto messo in piedi con la collaborazione della comunità, della Pro Loco, che gestisce anche la Biblioteca Comunale intitolata a Elena Dell’Antoglietta, e ha come presidente Nunzia Di Giacomo. Segue la processione. La sera in programma il Rito dei Santi, la tavola in chiesa.
Una volta la festa di San Giuseppe a Fragagnano – festa che si fa risalire al 1800 – si svolgeva il 13 e il 14 marzo, prima di quella di San Marzano. Per motivi di competizione fra le due comunità, che con il passar del tempo sono andate scomparendo.
Queste manifestazioni in onore di Giuseppe di Nazareth, umile artigiano del legno, vanno in scena anche in altre zone. Forse perchè è ritenuto il paladino della chiesa, forse perché protegge gli ultimi, chi ha fame, chi ha sete, chi soffre, ha milioni di devoti. Nel Salento si celebra a Giurdignano, a Minervino di Lecce… In provincia di Bari, a Modugno, “Sulla via del falò” richiama moltissima gente, che segue il percorso intervallato da musica, canti, balli popolari, urli di gioia. San Giuseppe si solennizza a La Spezia, a Santa Maria di Leucaa… Il rito delle tavole fa pensare anche ai monaci basiliani che davano ospitalità, alimenti e protezione agli stranieri.
Anche San Marzano di San Giuseppe nella ricorrenza quasi svuota i centri vicini, i cui abitanti vi si riversano con entusiasmo ad ammirare il corteo, che si snoda con cavalli addobbati, carri, carretti, carriole, un trattore, quadrupedi. colmi di rami d’ulivo derivanti dalle potature. Uno spettacolo grandioso. Persino sui tetti delle carrozzine sventolano i ramoscelli e sulle teste delle donne. Giovani e anziani sfilano avendo tra le braccia fasci di ulivo e addosso collante, cinture, bracciali con steli della pianta che comunica pace e armonia.
L’ulivo ha ispirato leggende e si è offerto alla costruzione di opere d’arte famose. Anche il talamo di Ulisse era stato realizzato con quel legno… L’ulivo è un albero possente, capace di resistere alle calamità.. Nella zona di Ostuni, a Savelletri, altrove si ergono ulivi saraceni dalle forme scultoree possenti. “Perchè tutte queste fronde? Rappresentano forse gli ultimi momenti di Gesù sulle pendici del monte degli ulivi?”, domandò al suo vicino un tale, stazza di don Camillo e faccia di Eduardo, mentre scorreva il corteo. “So che quest’albero ha radici in Palestina e non solo…. è stato considerato un dono di Dio”, la risposta. Dopo una pausa: “Ricorda la colomba che portò nel becco a Noè un ramoscello come segno di speranza?”. E ancora un pensiero: “L’ulivo è luce. L’ulivo è sacro. Affascina la faccia argentata delle sue foglie rovesciate dal vento. L’interlocutore curioso si sentì incoraggiato dalla cultura del vicino e gli domandò se sapesse a quando risale la celebrazione di San Giuseppe. “Sarebbe lungo il discorso”. Evidentemente la persona interrogata voleva godersi quel fiume umano, che si faceva sempre più attraente, e pensava di aver detto abbastanza in una circostanza come quella.
Con la processione degli ulivi e la consegna delle chiavi della città da parte del sindaco, il professor Francesco Leo, quest’anno a San Marzano il copione si è arricchito con il concerto, il 18 marzo, di Antonio Castrignanò, che è stato in “tournèe” in mezzo mondo e – commenta Vito De Cataldo – è anche il principe della pizzica.
Allo scarico delle fascine, esplosioni pirotecniche, falò maestosi, messe solenni e benedizione delle “mattre”, tavole più piccole di quelle di Lizzano donate poi ai turisti e ai poveri. De Cataldo posta su Facebook le immagini dei fuochi d’artificio e delle immense cataste di rami di ulivo in fiamme. E l’ulivo ritorna la Domenica delle Palme, davanti alle chiese, nelle strade, dove tanti ramoscelli, dopo essere stati benedetti vengono dati a parenti e amici in segno di pace. Vengono in mente le pagine della Bibbia, in cui si racconta che Gesù, entrando a Gerusalemme, venne accolto con steli di palma, piccoli o grandi; e dove non esistevano i queste piante si ricorreva a ramoscelli d’ulivo, che è anche simbolo di rinascita. Oggi dunque inizia la Settimana Santa, che ricorda gli ultimi giorni di Gesù in terra. A Taranto la ricorrenza viene rivissuta con i Misteri, che richiamano devoti e curiosi da tutto il mondo.

Franco Presicci

San Giuseppe celebrato nel Tarantino
IL PROTETTORE DEI FALEGNAMI
DOMINA FRA LE TAVOLE IMBANDITE
Migliaia e migliaia di persone venute anche
dai centri vicini hanno partecipato alle feste
a Lizzano, Fragagnano, San Marzano di San
Giuseppe. Le processioni si sono svolte una ventina di giorni fa, ma l’eco non si è ancora spenta.


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