Un lettore ci ha scritto. Siamo gli ultimi della serie, a dire il vero, e però fa piacere che abbia mandato a noi in contemporanea a Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, la sua lettera. Siamo la sua ultima spiaggia? Chissà. Comunque, il caso esposto da questo anziano, che vive in provincia di Milano ed è di origine molisana, è l’emblema della vergogna-pensioni in Italia. Inizialmente ha scritto una lettera all’Inps, non ha ottenuto risposta, poi ha scritto ai politici, non ha ottenuto risposta “da nessuno”, dice in un colloquio telefonico. Poi ha scritto ai giornali, ha pubblicato la sua protesta l’Avanti. E basta. Noi la pubblichiamo. Perché l?inps che (per esempio) ha dato lo stipendio a uno che si sedeva in 24 poltrone dirigenziali o presidenziali di enti pubblici, è stato capace di fare questo, a un pensionato italiano: “avevo la pensione di 400 euro, me l’hanno dimezzata, ora prendo 200 euro…” e, in sottofondo, si sente “e spiccioli”. Parla la moglie, in sottofondo. La moglie: lei è più fortunata, perché ne prende 580. Comunque, un uomo che, leggerete, ha lavorato “come un mulo” per 60 anni, è a livelli di duecento euro al mese. C’è una questione di debiti, rateizzati, una questione che per legge è ineccepibile, fa notare l’Inps. Ma cifre del genere, norma o non norma, sono una vergogna. Una vergogna italiana. Alla quale non danno neanche risposta. Di seguito la lettera inviataci dal lettore Angelo Izzi:
Spett. INPS
Alla cortese attenzione di tutti i dirigenti di questo ENTE. Dopo aver lavorato come un mulo per 60 anni e dopo aver subìto alcuni furti e fregature, perché in questo paese i ladri e gli imbroglioni ce ne sono in abbondanza di tutti i tipi e calibri come si sente parlare anche in questi giorni, ma quello che non capisco e non mi entra nel cervello come fanno certi dirigenti a dare pensioni d’oro a coloro che hanno pagato contributi per soli 5 anni e se qualcuno si permette di dimezzargliela, come hanno fatto con me, basta un ricorso, che gli dovranno ridare tutto, Ma dai!! Io ho lavorato 11 anni con contributi versati e quando compii 65 anni, feci la domanda di pensione dove mi accordarono una pensione sociale di 350,56 € al mese ma nel 2009 mi fu dimezzata a 200 € circa, il che mi recai immediatamente al’ INPS chiedendo il perché di questa riduzione, il motivo per cui mi era stata dimezzata, era: facendo il cumulo con mia moglie, anche per lei un assegno sociale, erano troppi. Mia moglie ha lavorato 14 anni, sempre con contributi a posto, ma il cumulo tra me e lei non è possibile farlo, il cumulo si può fare solo per persone di serie “A”noi siamo di serie “Z”. Nel 2011 mi avete scritto che per un errore commesso da voi, volevate indietro 700 € non ho nemmeno risposto, dovendo affrontare un periodo bruttissimo, purtroppo soffro di diabete. Nel 2014 immaginavo fosse risolto tutto, invece no, ricevo una raccomandata con RR. Dal’ INPS dove mi si chiede un rimborso di 34 €! per un altro errore commesso. A questo punto mi son recato nei vostri uffici chiedendo spiegazione di questa ridicola pagliacciata che mi avete mandato, e li, molto gentilmente, me le avete abbonati, 34 €! ma non è ancora finita, due settimane dopo mi arriva un’altra raccomandata RR con dentro 4 bollettini da pagare di 40,74 € più atre 8 che manderanno, fino che il debito di 488,87 €, sarà estinto, tutto questo asserite di essere d’accordo con me. Ma quando….. dove è stato fatto questo accordo?
Io non so nulla. Forse non mi sono spigato bene, io di soldi non ne ho nemmeno per mangiare e pagare bollette di luce, gas, acqua, spazzatura e molte altre cose che non ricordo perché a 78 anni diabetico si fa fatica anche a ricordarsele certe cose. Comunque se avete un po’ di umanità, per piacere, ridatemi quello che vi siete trattenuto fin’ ora, anziché pagare pensioni d’oro a chi non ha fame, perché ionon ce la faccio più, sono malato e non riesco nemmeno a muovermi.