Secondo i militari della Guardia di finanza, un imprenditore aveva escogitato un sistema truffaldino per realizzare un impianto fotovoltaico in barba alle autorizzazioni e ai limiti posti dalle norme.
In un terreno di Rutigliano, fra i vigneti, gli uomini della tenenza di Mola di Bari hanno rinvenuto la distesa di pannelli fotovoltaici e da lì è partita l’indagine. Secondo le risultanze delle Fiamme gialle, l’intero impianto era stato formalmente suddiviso in due entità diverse e contigue, tali da rientrare nei limiti posti dalla normativa. In realtà, secondo l’accusa, di un impianto solo si tratta, ciò per il quale sono stati anche ottenuti finanziamenti (assegnati a quanto figurava sulla carta) per oltre tre milioni 400mila euro. Le accuse della Guardia di finanza, nei confronti dei tre denunciati, sono a vario titolo quelle di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica in atto pubblico, abuso edilizio e abuso d’ufficio. C’è anche la segnalazione alla Corte dei conti. Se il programma di incentivi si fosse realizzato per intero, cioè nell’arco dei venti anni previsti, sarebbero stati più di quindici milioni di euro:soldi pubblici, dei cittadini, truffati, secondo l’accusa della Guardia di finanza.