Che sia un periodo nerissimo, per la Puglia, con i treni, è ormai la premessa di ogni ragionamento. Il peggio, però, sa anche battere se stesso, in questa materia. Così, nel giorno del fermo di 21 treni pericolosi srnza che Ferrovie sud est avesse comunicato una parola una all’utenza, ecco un’altra storia clamorosa. La società incaricata da Ferrotramviaria, di gestire la pratica dei risarcimenti per il disastro ferroviario di Corato, ha messo per iscritto (lo racconta Repubblica) inviando tale comunicazione a chi, rimasto ferito il 12 luglio, chiede i risarcimenti, che bisogna esibire il titolo di viaggio. Il biglietto. Cioè, in una vicenda in cui di sono trovati, in vari casi, un piede da una parte, un braccio dall’altra, un corpo dall’altra ancora; in una vicenda tragica di cui ha parlato il mondo, con ventitre morti e molte decine di feriti, nel corpo e (per sempre) nello spirito; in una vicenda in cui decine di familiari hanno finito pure le lacrime per quanto hanno pianto e piangono; ecco, in tutto questo, si chiede il biglietto. Per iscritto. Va bene la tutela da sciacallaggi sempre possibili ma le persone per bene e vittime meritavano altro, in termini di sensibilità innanzitutto, che non la richiesta del biglietto. E una domandina finale: se un ferito, in quel groviglio di lamiere e in quel bottone enorme, il biglietto li avesse perso?
