Attualità strettissima, al largo della Turchia un naufragio oggi. Almeno sei bambini migranti morti.
Attualità praticamente strettissima, gli sbarchi anche in questi giorni, di migliaia e migliaia di migranti salvati in alto mare, dalle navi militari italiane. Ultimo sbarco in ordine cronologico, ieri a Taranto, 603 persone (foto). Circa cinquemila salvati in tre giorni. Siamo nell’ordine delle (molte) centinaia di migliaia, complessivamente, negli ultimi anni. Il nostro Paese è in prima fila per l’assistenza, a fronte di una Unione europea gravemente disinteressata, troppo spesso.
Ma l’Unione europea, con ogni probabilità, domani sanzionerà l’Italia. Lo farà perché un regolamento da lasciarsi alle spalle al più presto, il regolamento di Dublino, prevede degli obblighi per i Paesi che salvano e accolgono i migranti, i quali diventano, burocraticamente, di competenza dei vari Paesi appena saliti sulle rispettive imbarcazioni (cinica burocrazia applicata alla disperazione delle persone). I Paesi hanno l’obbligo di registrare, in un determinato modo, i migranti. Secondo l’Unione europea l’Italia non lo ha fatto e, nonostante il carteggio in extremis, portato a Bruxelles dal prefetto Mario Morcone in persona (è il capo del dipartimento per l’immigrazione) è quasi scontato che domani sarà formalizzata la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. In ballo ci sono i 63mila migranti che, secondo la Commissione europea, vanno considerati svaniti nel nulla, pur essendo di competenza dell’Italia.
Il nostro Paese contesta la norma di quel regolamento insieme a Croazia, Grecia e Malta. Domani, l’Unione europea che si permette pure di parlare dopo essersi “impegnata” nel modo notato da tutti, quasi certamente sanzionerà il nostro Paese. Certo, se dovesse essere vero che di 63mila persone non si sa più nulla, e bisognava essere attenti, con l’aria che tira, la cosa sarebbe estremamente grave. Ma l’Unione europea, sui migranti, può parlare poco, dell’Italia.