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Inglese 90enne la prima vaccinata dal Covid. Immunologa tarantina: “momento storico” Antonella Viola parla di Margaret

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Il primo uomo inglese a vaccinarsi si chiama William Shakespeare. Cioè, se in Italia dovesse esserci un Dante Alighieri si faccia avanti.

Di Francesco Santoro:

«Un momento storico per la scienza e l’umanità tutta. Margaret, 90 anni, è la prima persona al mondo a ricevere il vaccino autorizzato per Covid-19. Prima di lei lo hanno ricevuto migliaia di volontari che si sono sottoposti alla sperimentazione e a cui va il nostro sentito “grazie”». Così l’immunologa tarantina, Antonella Viola, su Facebook in merito alla campagna vaccinale avviata in Gran Bretagna. La scienziata, inoltre, si chiede cosa non sappiamo ancora del vaccino che in queste ore viene somministrato nel Regno Unito? «Al momento è escluso il suo uso non solo in bambini e adolescenti ma anche nelle donne in gravidanza- scrive in un altro post la docente dell’Università degli studi di Padova-. Non sappiamo se sarà utilizzato in tutte le fasce di età e in pazienti con patologie specifiche. Infine, non sappiamo se chi è vaccinato sia protetto solo dalla malattia o anche dall’infezione perché, nonostante gli studi pre-clinici abbiano dato indicazioni forti, nei volontari questo aspetto non è stato investigato. Attenzione però alle fake news: il vaccino non ci rende contagiosi. Nel vaccino il virus non c’è».
Il medico pugliese fa anche il punto sulle terapie anti Covid e parla di «belle notizie» in arrivo dai laboratori. «Un farmaco antivirale, Molnupiravir, sembra essere in grado di bloccare completamente la trasmissione del virus in modelli animali. Gli studi di fase II e III nei pazienti sono in corso. Incrociamo le dita- commenta Viola-. A oggi, l’Ema, l’agenzia regolatoria europea, ha, tra i farmaci approvati, solo desametasone (farmaco antiinfiammatorio usato per i pazienti più gravi) e remdesivir (antivirale). Per il Remdesivir ci si aspetta una rapida revisione dell’approvazione sulla base dello studio clinico “Solidarity” e delle nuove raccomandazioni dell’OMS (che dicono di non utilizzarlo perché non efficace)». Quanto, invece, al plasma e agli anticorpi monoclonali, «non ci sono grosse novità- conclude la scienziata-. Nel primo caso, uno studio controllato e randomizzato, recentemente pubblicato su Nejm, ha ancora una volta mostrato l’assenza di efficacia del plasma. Ma gli studi clinici vanno avanti in diversi paesi, Italia inclusa. Per gli anticorpi, aspettiamo di vedere cosa deciderà Ema e di avere più dati dagli studi sui pazienti».


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