Ha iniziato l’associazione Peacelink a metà settimana: ha risposto il giorno dopo l’agenzia regionale di prevenzione ambientale (Arpa); controreplica, ora, di Peacelink. Tema: l’inquinamento a Taranto non è diminuito secondo l’associazione; non è vero quanto dice Peacelink, secondo l’Arpa. Ora l’associazione guidata da Alessandro Marescotti propone di nuovo le sue perplessità. Di seguito uno stralcio della nota diffusa da Peacelink:
1) Arpa dichiara che “nella stazione di monitoraggio Machiavelli dal 2009 ad oggi è stato registrato un costante decremento delle concentrazioni di Idrocarburi Policiclici Aromatici” riportando una serie storica che calcola le seguenti medie annuali di IPA totali in via Machiavelli:
2009: nessuna media
2010: 17 ng/m3
2011: 18 ng/m3
2012: 20 ng/m3
2013: 7 ng/m3
Come si può notare gli IPA nella centralina del quartiere Tamburi di via Machiavelli risulterebbero in aumento dal 2010 a 2012 (mentre dovevano calare sulla base dei tanti decantati miglioramenti dal 2011 in poi) per poi avere un impressionante crollo nel 2013 (7 ng/m3). Quest’ultimo dato stride però con i dati ben più alti della centralina di via Orsini (sempre nel quartiere Tamburi) che nel 2013 ha oscillato fra i 31 ng/m3 (agosto) e i 44 ng/m3 (dicembre).
2) Come è possibile che nel quartiere Tamburi una centralina (quella di via Orsini, la più vicina all’ILVA) misuri concentrazioni di Ipa che sono mediamente del 500% più alti rispetto all’altra che è più distante dall’ILVA?
Ci riferiamo alle misurazioni degli IPA totali misurati in continuo da Arpa con lo strumento ECOCHEM PAS 2000.
3) Secondo Arpa “le concentrazioni di IPA totali registrate a Machiavelli sono costantemente inferiori a quelle di Via Orsini, anche in ragione delle maggiori emissioni da traffico che interessano quest’ultimo sito”.
4) Va sottolineato che la centralina di Via Orsini è stata installata in base alle prescrizioni dell’AIA Ilva al fine di avere i dati di inquinamento in un punto più vicino allo Stabilimento.
5) Scrivere, come fa Arpa, che il problema del 500% in più sia dovuto alle emissioni da traffico è poco credibile, alla luce del fatto che il traffico inciderebbe per gli IPA per meno dell’1%. Questo fu scritto da Arpa nel 2010, nella famosa relazione Arpa del 4 giugno 2010, scatenando le reazioni che tutti abbiamo potuto leggere nelle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura. Come mai invece oggi abbiamo questa marcia indietro e addebitare al traffico l’enorme scarto fra la centralina più vicina all’Ilva e quella più lontana?
6) Se Arpa ritiene che la centralina di via Orsini possa subire gli effetti confondenti del traffico, come mai l’Arpa stessa ha scelto di piazzare in quel punto una centralina che, sulla base di una precisa prescrizione dell’AIA, aveva lo scopo di verificare le ricadute delle emissioni Ilva sul quartiere Tamburi?.
Ci duole sollevare tali domande in merito ad una relazione Arpa che, nata per confutare PeaceLink, provoca invece dubbi e incredulità sulle argomentazioni utilizzate da Arpa per spiegare i suoi stessi dati.