Di Nino Sangerardi:
I mutamenti economici, sociali e culturali ormai si realizzano grazie ai colossi del digitale, che trasformano rapidamente sia il mercato del lavoro sia la vita quotidiana dei cittadini.
Un rapporto ultimo del Financial Times(giornale economico-finanziario inglese) mette in luce che se Apple e Google fossero nazioni,e non gruppi imprenditoriali , per il loro valore potrebbero rientrare nel gruppo del G20: vale a dire delle 20 maggiori economie mondiali.
Nel 2015 le compagini di alta tecnologia americane hanno introitato 215,6 miliardi di dollari.Montagna di denaro che supera il prodotto interno lordo annuale di Grecia e Portogallo.
Tra i marchi più ricchi del mondo,anno 2016, nelle prime cinque posizioni ci sono Apple, Google, Microsoft e Facebook.
Oggi,marzo 2017, la multinazionale Apple è più potente di uno Stato.Motivo? Produce più ricchezza,ad esempio, di tutte le società italiane messe insieme e di tutto il mercato azionario italiano.
Il marchio Apple, secondo le stime di Forbes(rivista di economia e finanza statunitense), capitalizza ben 154,1 miliardi di dollari.
È la sesta volta consecutiva, da quando Forbes ha iniziato a quotare i marchi più opulenti nel 2010, che il Gruppo fondato da Steve Jobs mantiene il primato in classifica.
Google nel 2016 ha oltrepassato Microsoft, posizionandosi al secondo posto con un valore pari a 82,5 miliardi di dollari.
L’ azienda che si trova a Mountain View(California) dal 2015 fa parte di Holding Alphabet, ma è insuperabile nel comparto dei motori di ricerca.
In terza posizione c’è Microsoft, la compagnia ideata da Bill Gates.Il suo marchio è prezzato 75,2 miliardi di dollari.
Facebook è al quinto posto,stante che il brand-marchio ammonta 52,6 miliardi di dollari e 1,75 miliardi sono gli utenti attivi nel mondo (internauti che si sono collegati alla piattaforma digitale almeno una volta al mese).
Un utente mediamente utilizza Facebook e Instagram minimo 50 minuti al giorno.
Tempo significativo e ,diciamo così, preoccupante dato che le persone dedicano alla lettura (19 minuti), allo sport e all’ esercizio fisico (17 minuti) e alla socializzazione reale (4 minuti!).
E duqnue : ” Tecnologia e globalizzazione hanno paradossalmente creato solitudine,causata da un eccesso di stimoli,che inducono un’attività frenetica del cervello,levando spazio alla riflessione e alla libertà del pensiero,intasato dalle entrate sensoriali saturate dalle connessioni in rete e dalla televisione.E’ la solitudine di un cervello che in una stanza invia e riceve notizie solo attraverso messaggeri strumentali informatici,ma spesso ha perso il contatto affettivo con gli altri.Il cervello troppo connesso è un cervello solo,perchè rischia di perdere gli stimoli fisiologici dell’ambiente,del sole, della realtà palpitante di vita che lo circonda”, scrive Lamberto Maffei professore emerito di Neurobiologia alla Scuola Normale di Pisa.