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Xylella: Corte dell’Unione europea, obbligo degli abbattimenti "Così è se vi pare", la protesta di Coldiretti. Eurodeputata M5S: chiaro segnalo alla Commissione perché allarghi il campo della ricerca

torchiarolo ulivi sradicati 1

Di seguito il comunicato diffuso da Coldiretti Puglia, a seguire quello di Rosa D’Amato deputata al parlamento europeo:

Mondo agricolo sul piede di guerra da Lecce a Foggia. perché la Xylella fastidiosa è un problema grave e irrisolto che colpisce tutta la Puglia e l’intero Paese, lasciati in balia delle onde e senza prospettive di futuro.

“Chiediamo un incontro urgente al Governatore Emiliano per affrontare in maniera sinergica e rapida questa nuova drammatica fase che si è aperta con la sentenza odierna. L’UE ha ribadito il preannunciato ‘così e’ se vi pare’ sulla vicenda delle eradicazione anche degli alberi non infetti nel raggio di 100 metri, confermando la legittimità degli espianti disposti dalla Commissione. L’UE fa come Ponzio Pilato anche sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa e devono fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future, e se ne lava le mani, rimandando l’intera partita al Governo italiano e alla Regione Puglia. Pertanto, oltre a confermare la violenza delle misure precedentemente adottate, l’UE scarica incredibilmente la patata bollente sull’Italia che dovrà ipotizzare in solitudine un regime che conceda ai ‘proprietari dei fondi interessati un indennizzo ragionevolmente commisurato al valore delle piante distrutte’”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla lettura della sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. In sintesi ha stabilito che la Commissione UE può obbligare gli Stati membri a rimuovere tutte le piante potenzialmente infettate dal batterio Xylella fastidiosa, ancorché non presentanti sintomi d’infezione, qualora esse si trovino in prossimità delle piante già infettate, perché la misura è proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria nell’Unione ed è giustificata dal principio di precauzione.

“La notizia era già nell’aria – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché anticipata dall’avvocato generale della Corte Ue, Yves Bot, che ha esaminato con una procedura accelerata la richiesta presentata dal Tar del Lazio, a cui hanno fatto ricorso diversi proprietari di fondi agricoli pugliesi per fermare le eradicazioni. L’UE ha gravi responsabilità circa gli inaccettabili ritardi nell’affrontare l’emergenza fitosanitaria causata dalle frontiere colabrodo. La mancanza di efficaci misure di controllo alle frontiere e del doveroso embargo avverso le aree da cui proviene il batterio che sta distruggendo gli ulivi a Lecce, Brindisi e Taranto, come ad esempio il sud America al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto, hanno causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese. Ora l’UE non può lavarsene le mani come se nulla fosse accaduto perché è drammatica la conta dei danni sia per il valore inestimabile degli ulivi colpiti perché millenari e centenari e, malauguratamente in caso di estirpazione, per il valore del soprassuolo distrutto”.

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“Dalla Corte di giustizia dell’Ue arriva un chiaro segnale alla Commissione e agli stati membri: le misure messe in atto contro la Xylella dovranno essere modificate se, ‘sulla scorta di nuovi dati scientifici pertinenti, l’eradicazione del batterio non richiedesse più di procedere alla rimozione di tutte le piante ospiti situate in prossimità delle piante infette’. Anche perché, scrive sempre la Corte, ‘non esiste un sicuro nesso causale tra il batterio Xylella e il disseccamento rapido degli ulivi’. In sostanza, la Corte Ue apre la porta a quello per cui ci battiamo da mesi: allargare il campo della ricerca scientifica in modo da attuare pratiche più sostenibili per far fronte al disseccamento degli ulivi, in Puglia come in altre zone d’Europa”. Lo dice l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, commentando la sentenza della Corte di giustizia dell’Ue sul ricorso presentato da alcuni agricoltori contro il primo piano varato dalla Ue per contrastare la Xylella in Puglia, piano che prevedeva misure estreme come gli abbattimenti di massa e l’uso intensvo di pesticidi.

“Dopola pubblicazione del parere dell’avvocato generale della Corte, sapevamo già che la sentenza avrebbe valutato come corrette le misure della Commissione – dice D’Amato – Del resto, la Corte è stata chiamata a esprimersi sulla correttezza procedurale, che non è al centro delle nostre contestazioni. Quello che abbiamo sempre contestato è che tali procedure si sono mosse sulla base di un singolo parere scientifico, quello del Cnr di Bari, e pertanto abbiamo chiesto con forza di allargare il campo di ricerca. Lo abbiamo fatto coinvolgendo ricercatori internazionali e locali, associazioni di categoria italiane e organizzazioni europee. Oggi, la Corte ribadisce quello che abbiamo sempre detto: le misure possono essere modificate, se la scienza porta nuove evidenze che già ci sono”.

“Queste evidenze – conclude D’Amato – spingerebbero verso l’attuazione di misure efficaci a contrastare il disseccamento delle piante e al contempo più sostenibili per il territorio sia sotto il profilo ambientale che economico. D’altra parte, l’ultima decisione della Commissione europea ha di fatto ammorbidito le misure emergenziali varate in un primo momento. La strada da fare è ancora tanta, a partire, per l’appunto, da un maggiore finanziamento alla ricerca. Il presidente Emiliano batta i pugni a Bruxelles e faccia sistema con altre regioni europee colpite dalla Xylella”.

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