di Angela Maria Centrone
Se l’idea di assistere ad un concerto con soltanto uno dei fratelli Gallagher appare un po’ come ascoltare gli Oasis a mezzo servizio, è bene dirlo, questo non è assolutamente vero. Liam Gallagher è stata una sferzata di energia che ha emozionato il folto pubblico del Medimex, già caricato nell’attesa da King Hammond & The Rude Boy Mafia. Per chi li ha vissuti, il concerto è stato un vero e proprio tuffo negli anni ’90, periodo confuso durante il quale si osannavano i mostri sacri della Woodstock che si celebra in questa edizione del Medimex, pensando di non essere abbastanza, probabilmente. È come se quella generazione avesse vissuto il rimpianto di non appartenere a quella precedente, quella degli hippie, quella delle rivoluzioni, quella “del meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”. È stato anche questo il disagio interiore provato da Kurt Cobain? Morto suicida a 27 anni, la stessa età di Hendrix, Morrison e Joplin. Quelle icone inarrivabili degli anni ’70. Però adesso quegli anni sgangherati di cui sono figli i 40enni di oggi si riprendono qualche piccola rivincita e, a distanza di un ventennio, possiamo gridarlo a gran voce che il “Morning Glory” è giunto. Perché, come per qualsiasi epoca ci vuole tempo, e qualche ruga, per comprenderne il valore.
Quel ragazzo terribile è diventato grande, un musicista completo che rappresenta l’intera corrente Britpop – fuori qualche giorno fa il nuovo singolo Shockwave – e riesce ad infondere una grinta nostalgica al pubblico, davvero variegato, che lo accompagna cantando “Wonderwall”, “Some Might Say” e “Champagne Supernova”, pezzo che chiude il concerto, cominciato con una scoppiettante “Rock and Roll Star” alla quale con convinzione non si può che rispondere “Si, Liam, lo sei!”.
Questa sera la chiusura con la sacerdotessa del rock: sul palco del Medimex 2019 ci sarà Patti Smith, che già ieri in Università a Taranto ha incantato l’auditorium con riflessioni profonde sulle questioni ambientali della città – perché la musica è anche politica – e una versione a cappella di “Because the Night”. Da non perdere.