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Elezioni: l’astensionismo favorisce il potere di pochi Non sprecare l'occasione

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Quest’uomo camminava molto a fatica. E nella calda mattinata ha fatto lo sforzo di andare fino al seggio, per votare. Un passettino per volta e diverse pause perché camminare non era facile. Eppure ha voluto dire la sua. Magari si è lamentato in questi anni per le cose che non andavano e non ha voluto perdere l’occasione di provare a cambiare: il voto. Magari era soddisfatto ed ha voluto confermare la sua fiducia.

A chi non è andato a votare finora: in queste condizioni il voto di uno che ha votato vale doppio. O tripl, oo quadruplo o di più ancora. E magari è di parere contrario al vostro. Lamentarsi dopo non serve a niente. Certo, il non voto è una possibilità ma non è che il non voto non produca nulla: produce una rappresentanza messa su con la volontà di pochi. Lamentarsi dopo non mette le cose a posto. Non è il social network: le elezioni sono la vita reale, sono la determinazione delle decisioni sui nostri destini. È intelligente dare a pochi l’opportunità, il potere, di decidere per tutti e magari decidere male?

Fraternamente: andate a votare.


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