Raiuno, nella sua trasmissione del primo pomeriggio della domenica, si è occupata di vitalizi dei parlamentari che se li sono visti revocare. Non tutti, naturalmente. Quelli che, ad esempio, hanno avuto problemi con la giustizia.
Fra i parlamentari che rivogliono indietro ciò che ritengono essere un loro diritto, il vitalizio appunto, c’è il tarantino Giancarlo Cito. Ex sindaco, ex membro del parlamento. condannato, anni fa. In una intervista sul tema-vitalizio, mandata in onda da Canale 5, il politico tarantino ha detto la sua dicendo che dalle condanne in questione è srato assolto. Poi, la litigata in diretta con la conduttrice (richiamata, con tono concitato, a smettere di “dire stupidaggini”) che ha dovuto interrompere l’intervista mandando in onda la pubblicità. Un sindacalista di Taranto, Andrea Lumino, ha immediatamente comunicato ai suoi contatti facebook non tarantini quanto segue:
“A tutti i miei contatti non tarantini: a Taranto non siamo tutti come quell’individuo chiamato Giancarlo Cito che è andato in onda su Canale 5. CITO NON MI RAPPRESENTA! Una figuraccia di rilevanza nazionale. Lo specchio perfetto di una città allo sbando. La gente si spacca il culo per un tozzo di pane e quello chiede il vitalizio indietro. VERGOGNA.”
Ora, Cito lo ritiene un diritto. E avanza le sue ragioni. Fino a prova contraria, ne ha il diritto. Così come, fino a prova contraria, c’è il diritto di non ridargli il vitalizio.
In linea generale: entusiasmante (come no) per il pubblico tv, vedere due trasmissioni concorrenti che parlano di argomenti-fotocopia. Alla stessa ora.