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Puglia, scuola: Stefàno, se imposta da motivi sanitari Emiliano obblighi la didattica a distanza Il senatore: con tutele per chi debba comunque fruire della didattica in presenza

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Di seguito un comunicato diffuso dal senatore Dario Stefàno:

“L’ultima ordinanza del presidente Emiliano sulla riapertura delle scuole in Puglia ha generato confusione e acceso una pericolosa polemica tra didattica in presenza e didattica a distanza, ma anche tra genitori e istituti scolastici, a mio avviso per un errore di prospettiva”. A sostenerlo è il senatore pugliese dem Dario Stefàno, presidente della 14ma Commissione di Palazzo Madama.

“All’indomani della prima ordinanza che sospendeva la didattica in presenza dal 30 ottobre, dopo essermi confrontato con lo stesso presidente, avevo suggerito una speciale deroga alla DAD rivolta a quelle famiglie che, per varie ragioni, non hanno la possibilità di garantirla ai propri figli, prevedendo dunque solo per questa platea di studenti l’opportunità di un rientro ordinato a scuola. Il mio ragionamento si fondava sull’assunto che le ragioni di carattere sanitario avevano imposto al Presidente e all’assessore Lopalco una scelta dolorosa ma necessaria della quale le massime autorità regionali si assumevano la responsabilità, conoscendo meglio di altri le criticità del sistema sanitario territoriale. La successiva ordinanza dell’altro giorno, invece, inverte la prospettiva, demandando la responsabilità di una scelta difficile alle famiglie e generando un vero e proprio caos nelle scuole. Il primo risultato è stato complicare il compito di dirigenti e insegnanti, piuttosto che semplificarlo”.

“Se le motivazioni che hanno generato la prima ordinanza – continua Stefàno – cioè di un rischio elevato di carattere sanitario, permangono, come si deduce peraltro anche dall’appello dell’Ordine dei Medici e dei Pediatri, allora la Regione deve assumersi la responsabilità di indicare una strada chiara ed inequivocabile: si obblighi la DAD, escludendo soltanto quelle famiglie impossibilitate a garantirla ai propri figli, che saranno accolti dalle scuole nelle massime condizioni di sicurezza. Ritengo infatti che la didattica integrata possa andare bene per l’Università, ma non negli ordini scolastici inferiori dove, al contrario, rischia di essere una pessima soluzione tampone, costringendo gli insegnanti a fare i salti mortali nel gestire contemporaneamente gli alunni in presenza e i bambini che  seguono la lezione da casa. Se la situazione rimarrà cosi com’è oggi, avremmo invertito il paradigma di prescrivere indicazioni sanitarie omogenee, rimandando a genitori e operatori delle scuole scelte e opzioni difficili da conciliare e motivare.

“Anche per questo voglio rinnovare la mia solidarietà agli operatori della scuola, che con spirito di sacrificio e senso del dovere stanno reagendo brillantemente a questa fase critica e problematica. Ma tutto questo non basta. Perché – conclude – stiamo sensibilmente complicando il compito di dirigenti e insegnanti anziché semplificarlo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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