Anche il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, amplia ad un raggio comunitario la vicenda dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, dopo il ventiseiesimo rinvio di una decisione da parte dell’alta corte indiana.
Secondo Tajani “serve una reazione forte della Commissione europea” e questa dichiarazione, che si collega a quelle di stamani del premier Letta e del ministro Bonino, investe in pieno l’Unione nella vicenda. Che, dunque, è italiana ma non solo. L’Italia, a parte la interminabile sequenza di rinvii, non accetta che nei confronti dei due militari si proceda con un’accusa di terrorismo, sia pure più blanda rispetto alle ipotesi originarie, e ora (a quanto sembra) definitivamente scongiurate, dell’applicazione perfino di una norma con possibilità di pena di morte.