Di seguito un comunicato diffuso da Pietro Serra, presidente di Alternativa futura per l’Italia:
«Oltre 200 scosse di terremoto hanno interessato dal 2010 ad oggi la faglia di Apricena nel nordest della Puglia. Gli eventi distribuiti in maniera omogenea, non hanno superato, se non raramente, la magnitudo 4 su scala Richter. Gli eventi sismici poi, è risaputo, sono imprevedibili. Ma quali effetti potrebbe avere una scossa improvvisa e di magnitudo superiore a 5?».
L’interrogativo lo pone il presidente di Alternativa Futura per l’Italia, Pietro Serra, che punta il dito contro l’assenza di prevenzione nell’area garganica.
«Sul sito del Comune, tra le notizie di ordinaria amministrazione, mancano quelle fondamentali in caso di emergenza. Non c’è il C.O.C, Centro Operativo Comunale, così come non vengono illustrate le aree d’emergenza», incalza il leader dell’AFI.
«Per legge, il sindaco è primo responsabile della Protezione Civile e dovrebbe mettere in atto qualsiasi azione di tutela circa l’incolumità dei cittadini. Ma nel comune garganico è dilemma sulla vulnerabilità degli edifici pubblici», prosegue. E domanda: «Ad una scossa potenzialmente forte, reggerebbero scuole, edifici istituzionali o chiese dove la concentrazione di persone è più alta? Lo stesso ufficio comunale è antisismico? E i vicini ospedali di San Severo o San Giovanni Rotondo, riuscirebbero a gestire l’emergenza in tempi rapidi? Domande irrisolte, cui va data una risposta».
Secondo l’INGV, un terremoto distruttivo avvenne nel Gargano attorno alla metà del XVII secolo. L’area della Puglia settentrionale, e in particolar modo il settore del Gargano, sono stati caratterizzati da una sismicità che si può definire relativamente “moderata”, ma nella pratica poco o nulla è stato fatto per sensibilizzare la popolazione circa i rischi di un forte movimento tellurico.