Francesco Paolo Sisto, deputato barese, dice la sua a proposito della novità odierna in tema di legge elettorale e quote rosa. Dice Sisto, parlamentare eletto nella lista di Forza Italia e, soprattutto (dato il tema in discussione) presidente della commissione Affari costituzionali e relatore della legge elettorale: l’imposizione delle quote rosa è incostituzionale. E cita delle sentenze. Una del 1995 e una del 2010, della Corte costituzionale. Ma, innanzitutto, cita tre articoli della Costituzione: il 3, il 49 e il 51 che non sono da giocare al loto (o, chissà, volendo…) ma che sanciscono, secondo il deputato barese, il seguente principio: l’elezione non può essere coercibile a mezzo di norma. Ovvero: imporre l’elezione di un uomo o di una donna a mezzo di legge non va bene. Proprio quell’articolo 3 della Costituzione dice che tutti i cittadini italiani sono uguali, indipendentemente (fra l’altro) dal sesso: come si può imbrigliare tale uguaglianza sancendone una limitazione con la determinazione per legge del numero di persone uomo, e di persone donna, da mettere in lista? Questo il concetto espresso da Sisto.
Al di là delle posizioni dei partiti in questa discutibile vicenda in seno alla riforma elettorale. Persone: non uomini e donne, ma persone. Possibilmente brave. Indipendentemente dai gameti. Si chiede troppo?