Di Nino Sangerardi:
Uno spaventoso e reiterato incendio, deflagrato la notte del 9 marzo scorso, ha coinvolto quel che rimane della zona pertinente lo stabilimento dell’ex Pamafi spa, situato in territorio di Maratea località Castrocucco. I cittadini di quest’ultima chiedono “ con urgenza interventi concreti per la messa in sicurezza del nostro territorio e la protezione delle nostre case. La nostra Comunità non può più aspettare. E’ il momento di agire!”.
“Arrivato puntuale l’ennesimo incendio dentro l’ex Pamafi, azienda florovivaistica fondata nel 1950 dal Conte Stefano Rivetti, dove venne prodotta la prima orchidea italiana con l’ausilio di un tecnico olandese”.
Parole di Pietro Simonetti, presidente del Centro studi e ricerche economiche e sociali, che da più lustri conosce e si occupa della vicenda incredibile : Pamafi.
Dunque, c’era una volta questa fabbrica industrialmente notevole?
Simonetti racconta che “ l’azienda occupava circa cento persone e si specializzò in piante ornamentali,venne chiusa nel 2005 dopo una travagliata gestione di una società toscana che aveva acquisito la proprietà dalla Regione Basilicata”
E poi che succede
Sono trascorsi diciannove anni dall’inizio della liquidazione ministeriale per opera di tre commercialisti di altre regioni e lo spazio aziendale è diventato una mega discarica che contiene, stante gli ultimi dati di pubblica evidenza, 8000 metricubi di rifiuti speciali e pericolosi in 80.000 metriquadri, a trecento metri dal mare : la più grande discarica del Basso Tirreno
Ci sono state operazioni di bonifica ?
Sì, tentativi di recupero del sito, con apposita bonifica grazie a Fondi europei naufragati per l’opposizione di soggetti che rivendicano, per uso capione, immobili all’interno della superficie Pamafi e l’inerzia dei liquidatori. Dopo la perdita dei finanziamenti europei è sopraggiunta l’inoperosità del Dipartimento Ambiente della Regione e sono cominciate le inchieste, tutt’oggi in corso. Ultimamente la Seconda Commissione consigliare regionale ha avuto la possibilità di comprendere lo stato dei fatti, dei pericoli e delle giustificazioni raccontate. Stanotte ecco l’incendio di vaste proporzioni con l’aiuto dello scirocco. I contenziosi, la staticità del Ministero dello Sviluppo che consente una liquidazione che dura dall’anno 2017, della Regione e del Comune che non prendono di petto la situazione : questo accade nell’importante costa di Maratea
Pertanto, che fare?
Occorre sapere, per esempio, che fine hanno fatto le indagini della Magistratura e cosa ha fatto la Corte dei Conti a fronte di eventuali danni erariali. Si tratta oggi di recuperare la proprietà del sito, e non sarebbe male costituirsi in danno verso i diversi soggetti protagonisti di questo inconcepibile caso. Bisogna ripartire soprattutto dalla bonifica urgente dell’area e dal progetto “Cittadella dell’Ambiente” ratificato dal Comune di Maratea e candidato dalla Regione all’utilizzo di Fondi europei.
(foto: Pietro Simonetti)