Dopo circa cinque ore dall’avvio del vertice, la trattativa si presenta tuttora molto complicata. Le parti, ovvero Teleperformance e i sindacati, sono ancora piuttosto distanti, pur concordando sulla necessità che si metta mano alla riorganizzazione del settore call center. In questo senso il ministero del Lavoro, nell’ambito dell’incontro odierno, sostiene di avere avviato contatti con i committenti perché vi sia un rigoroso rispetto delle regole, riguardo al pagamento delle commesse (tempistica e valutazione del lavoro). In quanto al caso specifico del call center di Taranto e di quello di Roma, ritenuti in perdita da parte di Teleperformance, l’azienda ribadisce che tali situazioni devono necessariamente passare dalla soluzione del problema di settore, altrimenti addio Italia. Teleperformance vuole per il call center di Taranto (a rischio circa 2400 posti di lavoro) un mantenimento dell’accordo risalente a due anni fa e scaduto il 30 giugno, accordo già ritenuto troppo oneroso da parte dei sindacati, Slc-Cgil in particolare: non si può (questa la posizione) imporre di nuovo tali sacrifici ai lavoratori. Il tema delle flessibilità: Slc-Cgil, non siamo disponibili a flessibilità a condizioni negative per i lavoratori. Insomma, è dura, oggi, a Roma.