Dopo l’8 settembre la situazione in Italia cambiò del tutto. I nazisti non erano più alleati e Roma sarebbe stata il fulcro della battaglia tra nazifascisti e partigiani. Il re Vittorio Emanuele III che, rimosso Mussolini, nominò capo del governo il maresciallo Pietro Badoglio, andò via da Roma, proprio con Badoglio. Verso Pescara e da lì anche con la famiglia, in vaporetto, a Brindisi. Nella città pugliese, periferica e dunque considerata più sicura, l’arrivo il 10 settembre 1943. Brindisi, ottanta anni fa esatti, fu la capitale d’Italia, nel crepuscolo del vergognoso ventennio finale della monarchia. Poi Vittorio Emanuele III abdicò per il figlio Umberto, l’ultimo re fino al referendum ed all’arrivo della Repubblica con la Costituzione antifascista.