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Olio: Stefàno a Martina, “normativa debole. Il governo metta al riparo la filiera da frodi” Intervento del senatore salentino nei confronti del ministro dell'Agricoltura

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Di seguito un comunicato diffuso dal senatore Dario Stefàno:

“Il governo metta in campo strumenti per azzerare il rischio di frodi alimentari. Occorre tutelare la filiera della produzione e della distribuzione dell’olio Evo italiano e proteggere i consumatori che hanno il diritto di sapere cosa mangiano, soprattutto dinanzi ad un inevitabile aumento dei prezzi”. A chiederlo in un’interrogazione indirizzata al Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina è il senatore Dario Stefàno, Capogruppo (Misto) in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama, a seguito dell’allarme prezzi dell’olio extravergine.

“La produzione dell’olio extravergine d’oliva in Italia, secondo quanto riportato dalle associazioni di categoria, registra un crollo del 40% e i prezzi, secondo le rilevazioni della Borsa Merci di Bari, hanno subito un aumento del 54%. La penuria di olio dalla Puglia, che – ricorda Stefàno – è la principale regione produttiva d’Italia, espone naturalmente tutto il settore olivicolo a tentativi di frodi e contraffazioni, in una situazione già di per sè assai critica, dal momento che 2 bottiglie su 3 contengono prodotto straniero proveniente per il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia, il 10% dalla Tunisia”.

“Abbiamo già assistito a miscelamenti smascherati tra prodotti di importazione e prodotti nazionali con lo scopo di far acquisire ai primi, con le immagini di etichetta o sotto la copertura di marchi storici, una parvenza di italianità da sfruttare, poi, sui mercati nazionali ed esteri”.

“L’attuale normativa sulla trasparenza, entrata in vigore il 1 luglio 2009, in base al regolamento comunitario n. 182 del 6 marzo 2009, di fatto ha dimostrato tutta le sua debolezza e inefficacia: sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere in modo chiaro e immediato le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”. Tale dicitura – conclude Stefàno – viene infatti riportata in caratteri molto piccoli, magari posti dietro la bottiglia, accompagnata e preceduta spesso da immagini, frasi o nomi che richiamano all’italianità fortemente ingannevoli”.

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