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Martina Franca: la mostra di dipinti di Giusy Leone Oggi inaugurazione

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Di Agostino Convertino:

L’archetipo femminile al centro dell’universo artistico di Giusy Leone, pittrice pugliese di Manduria, ospite delle sale del Palazzo Ducale di Martina Franca dal 10 al 15 dicembre con una personale intitolata “Gocce di Eleganza”. L’artista, reduce dal prestigioso “Tour Biennale d’Europa (mostra itinerante tra Barcellona, Londra, Venezia e la famosissima piramide di vetro Carrousell du Louvre di Parigi)” sarà presentata il 10 dicembre – ore 19.00 – presso la Sala degli Uccelli, dallo storico Giovanni Corrente e sarà accolta dalla municipalità martinese col Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Basta insieme all’Assessore alla Cultura Carlo Dilonardo. L’evento sarà accompagnato dalle note musicali della violinista Raffaella Rinaldi. Giusy Leone sta vivendo un periodo di grande fertilità creativa che la pone all’attenzione della critica nazionale ed internazionale (tra gli altri, si è aggiudicata anche l’Oscar della Creatività 2021 al Salone Marygold di Montecarlo e il Premio Vita Nova-Dante Alighieri di Firenze) e vive la dimensione artistica ponendo grande attenzione alla sfera della comunicazione, indispensabile per promuovere il suo messaggio. Tecnicamente, si distingue per il tratto pittorico essenziale e raffinato, cromaticamente indirizzato alla luminosità, bianca e discreta, dei soggetti tra cui spicca l’immaginario femminile. Le donne di Giusy Leone sembrano provenire da un universo onirico e introspettivo: indagano, più che la sensualità dirompente liberata da tare antiche, l’autonomia femminile del distacco vissuta in uno scrigno interiore che ogni donna reca in sé occultato alla vista del mondo. Voci dell’anima attinte al coro che denuncia le violenze subite dalle donne di tutto il mondo e di tutte le epoche la cui sofferenza può essere mediata solo dall’arte. Sulla tela il dolore si fa materico e il candore cromatico esplode un sepolcro di dignità che ristabilisce “l’eleganza (non a caso l’argomento della personale)” al tratto femminile deturpato. Raramente, per elegante ingenuità, innocenza e naturalezza espressiva, si assiste ad una narrazione del corpo femminile come quella proposta dalla pittrice manduriana: anche quando si mettono a nudo, le donne di Giusy non si offrono solo allo sguardo e al raffronto estetico ma accompagnano i fruitori nella profonda sensualità dell’intelletto femminino. Il prototipo fisiognomico delle sue tele si accompagna, di volta in volta, ad elementi accessori solo apparentemente secondari: un paio di scarpette da ballo, una grande farfalla priva di pigmento come le silhouette delle protagoniste, rubini calici di primitivo che irrompono sulla scena per ricordare le radici antropologiche, cappelli a falde larghissime di fattura hollywoodiana, colpi violenti di rossetto su labbra turgide. Sono tutte interfacce connesse alla unicità del messaggio che ogni donna reca in sé, portali di ingresso all’universo-mondo che Giusy Leone incastra a perfezione nella memoria di chi vorrà raccogliere il suo messaggio.

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