Di seguito la nota inviata a questo blog da Martino Bruno, presidente dell’associazione Acaf che raggruppa gli esercenti ambulanti del settore ortofrutticolo. Martino Bruno, avvocato, ha dato un’occhiata all’informazione resa da questo blog, poi ha cercato di approfondire i contenuti della sentenza di Cassazione (ne parliamo, appunto, in un’altra parte) e ne ha ricavato un’opinione assolutamente preoccupata. Di seguito la sua nota:
Caro direttore,
per il lavoro che faccio le sentenze non si commentano mai. Ma i possibili sviluppi del contenuto della Sentenza della 3 sez. penale della Cassazione n°6108/14, sulla vendita di frutta e verdura possono essere davvero catastrofici. Attendo di conoscere i motivi che hanno spinto la Suprema Corte a condividere un orientamento secondo il quale ci sarebbe violazione della L:283/92 in materia di disciplina igienica della produzione e messa in vendita della sostanze alimentari e delle bevande, se il commerciante di frutta e verdura espone la merce agli agenti atmosferici.
La massima produrrebbe effetti d’urto che andrebbero a mal collocarsi con la disciplina sul commercio itinerante su aree pubbliche, che prevede espressamente la vendita di ogni genere in maniera itinerante quindi, per facta concludentia, esposta alla pubblica fede.
Come associazione siamo sbigottiti dal ragionamento ed attendiamo il deposito delle motivazioni, ma su un dato occorre ragionare: i mercati settimanali, rionali, che per loro naturale regolamentazione e collocazione sono esposti agli agenti atmosferici saranno considerati come? il Commerciante itinerante regolamente autorizzato alla vendita di generi alimentari, prevista e disciplinata dalla legge, dovrà essere ritenuto responsabile di un reato seppure previsto e punito con la sola ammenda?
Speriamo che tutto ciò non avvenga anche in considerazione dello stravolgimento che potrebbe seguirne.
Confidiamo sempre nella Giustizia.