«La decisione del ministero della Transizione ecologica di autorizzare l’impianto gnl Edison a Costa Morena est, previa intesa Stato-Regione, non è accettabile nel metodo e nel merito». Così il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, che affida ai social il suo pensiero sulle intenzioni del governo Draghi. «Vengono superati i pareri negativi del Comune, espresso attraverso la delibera di giunta comunale, della Provincia mediante decreto del presidente e del Consiglio superiore dei lavori pubblici- commenta il primo cittadino-. Un metodo che mortifica la volontà degli enti locali e il parere del Csllpp e che impone ai nostri territori la localizzazione dell’impianto. Lo stesso governo che si è ben guardato dall’inserire nel Just transition fund le esigenze della città di Brindisi coinvolta nei processi di decarbonizzazione, negando le risorse economiche per affrontare, anche sul versante occupazionale e sociale, questo delicato tema. E invece ancora una volta alla nostra città viene imposta una logica nazionale senza l’ascolto della volontà del territorio».
Secondo il capo dell’Amministrazione locale, l’impianto pregiudicherebbe «la funzionalità del porto» e precluderebbe «lo sviluppo di attività fondamentali, come il traffico merci», a favore di una infrastruttura che avrebbe «scarse ricadute occupazionali: non più di 30 addetti a regime». Rossi afferma, inoltre, che «altre proposte sono giunte per il nostro territorio, connesse agli impianti eolici offshore, legate alla produzione di energie rinnovabili e che, quindi, hanno ricadute sul processo di transizione energetica, oltre che occupazionali potendo prevedere circa 1.500 addetti in particolare nel settore metalmeccanico in forte sofferenza».
Il sindaco della città adriatica preannuncia ricorsi «in tutte le sedi giudiziarie competenti, a partire dal Tar» e sostiene di poter contare sul sostegno del presidente della Regione: «Ho anche avuto un colloquio con il governatore Michele Emiliano, che condivide le nostre ragioni: ci affiancherà nel ricorso contro l’autorizzazione e negherà l’intesa Stato-Regione così come già avvenuto a Manfredonia- conclude Rossi-. Il segnale è che nessuno può decidere delle sorti del territorio soprattutto con logiche vecchie e metodi che da 60 anni puntualmente si ripetono».