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Martina Franca: azienda di abbigliamento Icoman licenzia 65 persone Filctem Cgil, "la crisi colpisce ancora"

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Di seguito un comunicato diffuso dalla segreteria provinciale tarantina del sindacato Filctem Cgil:

La crisi continua a mietere le sue vittime, anche a Martina Franca, con la complicità di alcuni imprenditori e del job act del governo Renzi. A maggio la Icoman, una delle più importanti aziende martinesi produttrice del marchio Berwich ha licenziato sessantacinque persone, scegliendo di mettere in mezzo alla strada decine di famiglie e impoverendo ulteriormente un territorio martoriato da delocalizzazioni e fallimenti. L’azienda, considerata punto di riferimento anche per la capacità di investire in un proprio marchio di abbigliamento, ha scelto di licenziare sessanticinque persone, inserendosi nel lungo elenco di quelle aziende che non hanno saputo o non hanno voluto intraprendere scelte imprenditoriali antisistemiche, capaci di dare risposte sia lavorative che al territorio e frenare l’emorragia di competenze, economie e idee dal nostro territorio. Nulla di nuovo per Martina Franca, dove assistiamo dal oltre quindici anni alle conseguenze delle scelte scellerate di alcuni imprenditori che mettono davanti a tutto il profitto personale.

Alcuni degli operai licenziati dalla Icoman sarebbero poi stati riassunti con contratti di somministrazione di sei mesi, attraverso un’agenzia interinale, da un’altra società, la Braga, che il caso ha voluto avere la sede operativa proprio accanto alla vecchia azienda. Se ci fosse rimasta dell’ironia, potremmo pensare che sia solo per evitare di traumatizzare troppo i lavoratori, perché sarebbe grave, altrimenti, in particolare per gli operai che perderebbero le garanzie di un contratto a tempo indeterminato, scoprire che magari questa è stata un’operazione volta ad intercettare gli incentivi del Governo previsti dal job act, proprio perché la legge prevede sei mesi di tempo, proprio la durata del contratto in somministrazione, tra un contratto a tempo indeterminato e un altro. Giusto il tempo per un’azienda per accedere alle agevolazioni, ottomila euro a lavoratore. “Se questa operazione fosse volta ad intercettare gli incentivi del Job Act” commenta Giordano Fumarola della Filctem Cgil di Taranto “la gravità sarebbe doppia, perché prima si sottraggono i lavoratori dalle tutele di un contratto a tempo indeterminato, e quindi si accederebbe a incentivi pubblici, quindi pagati da tutti, per agevolare una scelta aziendale. Per questo invitiamo fortemente che gli organi preposti al controllo si mobilitino immediatamente”.

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