La spedizione in Spagna era iniziata sotto i peggiori auspici, con una nazionale che non andava bene e con un movimento calcistico che era reduce dal calcioscommesse. Girone eliminatorio: tre pareggi e solo la differenza reti aveva garantito la qualificazione.
Girone dei quarti di finale, a tre: avversarie, Argentina e Brasile. Vittoria clamorosa contro la nazionale di Maradona, vittoria clamorosissima il 5 luglio 1982 con i verdeoro, grazie ad una tripletta di Paolo Rossi che fino ad allora non ne aveva presa una.
Qualificazione alla semifinale: Italia-Polonia 2-0, doppietta di Paolo Rossi.
L’11 luglio 1982, finale: Italia-Germania. Rigore fallito da Cabrini nel primo tempo. Nella ripresa il solito Paolo Rossi, poi Tardelli il cui urlo è ricordato ancora più del gol, poi Altobelli. Inutile per i tedeschi il gol di Breitner, nella partita del “Santiago Bernabeu” di Madrid. Campioni del mondo di calcio, per la terza volta, dopo i due successi che erano arrivati nel 1934 e nel 1938. Per un movimento calcistico disastrato niente male, no? Tutto dovuto al commissario tecnico Enzo Bearzot, colto, riservato, rigoroso perfino troppo secondo alcuni. Tutto dovuto ad una squadra che, capitanata dal monumentale portiere 41enne Dino Zoff reagì alle pesantissime critiche nel modo migliore: silenzio e risultati. E dovuto anche al presidente della Repubblica, Sandro Pertini, il più amato di sempre dagli italiani. Andò a rappresentare l’Italia intera, sugli spalti in finale. Quando disse “non ci prendono più” rappresentò il sentimento e l’entusiasmo nazionale, di un Paese che si riprese almeno da un punto di vista morale, quell’estate.
Passati quaranta anni il confronto internazionale si è fatto via via più complicato e la nazionale italiana, per la seconda volta consecutiva, guarderà i mondiali in televisione.
(immagine: tratta da youtube)
