Oggi il tribunale amministrativo regionale, sezione di Lecce, affronta due casi relativi alle scorse elezioni comunali. Riguardano gli esiti delle consultazioni di Lecce e Martina Franca. Due casi spinosi, per motivi diversi.
Lecce: l’opposizione di centrodestra chiede che non sia assegnato al centrosinistra il premio di maggioranza, cosa che invece la commissione elettorale concesse. Eppure (questa è la tesi dei ricorrenti) la coalizione di centrodestra aveva ottenuto, al primo turno, più del 50 per cento dei voti, cosa che avrebbe dovuto imporre l’assegnazione dei seggi con metodo proporzionale e non con l’attribuzione del premio di maggioranza. Insomma, l’anatra zoppa cosiddetta. Come accadde a Martina Franca nel 1993: sindaco espresso da una coalizione, maggioranza consiliare di diverso orientamento.
A Martina Franca, oggi, hanno problemi ben diversi di cui occuparsi e per cui è chiamato in causa il Tar. Il candidato sindaco arrivato terzo al primo turno elettorale, e per questo escluso dal ballottaggio, chiede l’annullamento di quel pronunciamento che mandò al turno di spareggio l’ex sindaco, poi rieletto. Pino Pulito, l’escluso dal ballottaggio, rimase fuori per 22 voti e ritiene che il caos di quel giorno di votazione, 11 giugno scorso, con quanto combinato poi in sede di verbali, fu tale da indurre la commissione elettorale in errore, con la decisione su chi mandare al ballottaggio. Chiunque, in Puglia o forse in Italia, ricorderà quali giorni furono, quelli immediatamente successivi dl primo turno elettorale.