C’è una nave della Marina militare, di stanza a Taranto, che (paradossalmente) è senza acqua. A bordo, si intende. L’uso dell’acqua è stato interdetto e il personale deve fare i conti con problemi piuttosto particolare: mangiare altrove, dormire altrove nei turni di notte, impossibilità di lavarsi. Ovviamente, impossibilità di bere.
Motivo: eccesso di cloro nell’acqua in quella nave. Riscontrato dalle analisi. Circa l’8 per cento in più del consentito. C’è una questione delle ultime ore che però, potrebbe riguardare non solo i marinai. Perché i dispositivi a bordo della nave sembrano essere a posto e non, dunque, la fonte di accumulo eccessivo di cloro.
Quando è di stanza e al momento delle partenze per missioni o esercitazioni, la nave si approvvigiona di acqua fruendo dalla rete idrica. Quella, cioè, che beviamo tutti e con cui ci laviamo tutti.
Le autorità locali della Marina militare avranno senz’altro già disposto l’approfondimento delle verifiche. Ma a questo punto occorre capire se il problema riguardi solo i marinai (e chissà se solo di quella nave) o se sia più complessivo, riguardo alla qualità dell’acqua.