Per la Cassazione, il patron dell’Ilva Riva e il direttore Capogrosso – liberi da luglio per decorrenza dei termini – sono pericolosi,quanto al rischio di inquinamento probatorio perché hanno cercato di coprire i reati contestati con “artifici”, “strumentalizzando a tal fine anche le istituzioni religiose”, facendo comparire nei libri contabili somme destinate alla diocesi senza dimostrarne reale consegna all’arcivescovo. Lo scrivono i supremi giudici nella conferma della custodia cautelare. (ANSA)