Di Agostino Convertino:
Mai come per l’argomento che andiamo a trattare la premessa “tra il serio ed il faceto” si rende necessaria: ragionare di puzze, molestie olfattive e percettori di odori introduce ad una dimensione poco avvertita dall’immaginario collettivo eppure così presente nelle vite di tutti noi. Come riferisce il magazine online “Post”, una nuova professione si fa strada nei già intricati mansionari del pubblico impiego: annusatore/annusatrice di puzze, una persona superdotata sul piano olfattivo, che svolgerà indagini per conto delle agenzie regionali ARPA (protezione ambientale) circa le migliaia di segnalazioni di “molestia olfattiva” che quotidianamente pervengono nei rispettivi uffici. L’ironia è istintiva nel Belpaese che narra le gesta quasi mitologiche del comico Checco Zalone, famosissimo per aver impersonato l’impiegato statale preposto a vidimare – a colpi di timbro – le licenze di caccia dei suoi concittadini. Eppure si tratta di una fattispecie delicata che viene affrontata in modo molto serio. Basti pensare alle migliaia di segnalazioni che ogni anno ingolfano le linee telefoniche degli uffici regionali preposti per comprendere le motivazioni che hanno spinto l’ARPA Caserta ad attivare le selezioni per una task-force anti-miasmi. C’è il rischio che l’Italia delle autonomie regionali crei una babele di protocolli del fiuto mentre il fenomeno-puzze diventa ogni giorno più serio. Nella sola Puglia, in cui la serissima materia è regolamentata con legge regionale, si registrano più di duemila richieste di intervento ogni anno e guarda caso molte proverrebbero (stando all’indagine di Post) da zone che accolgono grandi oleifici mentre nella pianura padana sarebbero gli allevamenti di bestiame l’agente “puzzogeno” più aggressivo. Ma ovviamente sono le grandi aree industriali, impianti di smaltimento dei rifiuti o depurazione delle acque, discariche, impianti di compostaggio, inceneritori, petrolchimici o raffinerie ad impensierire l’utenza con manifestazioni fisiche di insofferenza e ripercussioni negative sulla qualità della vita degli individui interessati. La Regione Puglia, con la sua ARPA, ha già ingaggiato la battaglia ai miasmi e dimostra, col suo operato costante, che il primo filtro ai problemi odorigeni è una buona normativa che consenta di ampliare il raggio d’azione della tutela ambientale in un contesto sociale responsabile e informato.