Di seguito un comunicato del sindacato Filctem-Cgil di Taranto:
Come denunciato da tempo, la scoperta delle forze dell’ordine di Martina Franca della presenza di un laboratorio di confezioni cinesi nel quale non sono garantiti i livelli minimi di vivibilità, pretende risposte rapide e concrete da parte di tutti gli attori sociali sul territorio. “Auspichiamo che gli inquirenti approfondiscano le indagini” commenta il segretario della Filctem Cgil di Taranto Giordano Fumarola“perchè la presenza di laboratori clandestini sul territorio non può essere solo un argomento di cronaca, perchè sono ormai palesemente connessi con la crisi del settore manifatturiero locale. Auspichiamo che ci sia una presa di posizione forte da parte di Confindustria e che al più presto si convochi un tavolo anche con le Istituzioni per discutere di come conoscere meglio il fenomeno e di come affrontarlo, evitando di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri”. Il profondo disagio causato dalla precarietà di tantissime famiglie di Martina Franca, infatti, non può e non deve riversarsi sui lavoratori, stranieri o italiani, che sono costretti a vivere e lavorare in condizioni disumane. “Molte aziende si fregiano del marchio Made in Italy, e magari pezzi della propria produzione viene affidata a questi laboratori clandestini. Vorremmo che questo marchio sia carico di significati anche e soprattutto sociali, di rispetto dei contratti e dei diritti dei cittadini e dei lavoratori”, continua Fumarola, che conclude: “La cancrena in cui versa la maggior parte del tessuto economico locale, quello legato al manifatturiero, non è stata determinata da una serie di casualità, ma da scelte nette di chi ha preferito la ricchezza personale e a breve termine rispetto ad investimenti che guardavano anche alla crescita del territorio. La presenza di laboratori clandestini è un’altra declinazione dell’outsourcing, che ha rinsecchito la vitalità economica di Martina Franca”