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Martina Franca: indigente, reddito di cittadinanza revocato e deve restituire dodicimila euro all’Inps Paradossale situazione

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Uno non lavora da anni, faceva il parcheggiatore. Non riesce a trovare uno sbocco. Disoccupato, ormai prossimo alla mezza età, non fa reddito. Ha bisogno del reddito di cittadinanza. Ma poiché vive con il padre, in un alloggio popolare, a lui il reddito di cittadinanza non spetta. Ma chi lo conosce sa quanto ne abbia bisogno.

Martina Franca. Non l’unico caso.

Quello che segue è anche peggio. Eccome.

Da una decina di anni in qua la vita dell’attualmente 64enne è a rotoli, dopo avere svolto un’attività commerciale che andava anche bene. Le cose si sono messe in modo molto negativo, compresa anche la fine di una relazione con le conseguenze economiche che ha comportato. Ora l’uomo, da anni, dorme in un alloggio messo a disposizione dai preti, nel villaggio Sant’Agostino: un’ala del convento che è stata attrezzata, ormai, per ospitare gli indigenti. Dunque, il 64enne che è diplomato, ha anche acquisito altri titoli nel frattempo, all’atto pratico è un indigente. Non fa reddito, anche se vorrebbe lavorare per riuscire a mettere insieme i contributi per arrivare al minimo della pensione. Nel frattempo ha anche subìto problemi respiratori ed ha una patologia significativa alle gambe. Ha chiesto ed ottenuto il reddito di cittadinanza. Senonché, non avendo più una residenza ed avendo fatto richiesta di residenza nella casa comunale, l’ha ottenuta dopo non poco tempo e varie richieste. Nel frattempo ancora, questo problema della residenza e della relativa comunicazione ha costituito per l’Inps un motivo per la revoca del reddito di cittadinanza all’uomo al quale è stato chiesto anche di restituire dodicimila euro che complessivamente erano stati erogati. Ad un indigente. Ovviamente l’Inps ragiona su grandi numeri e procedure e figurarsi se possa conoscere i casi personali, i casi umani, dove risiedano o dove abbiano il domicilio. Ma la questione va risolta, con buon senso e tenendo anche conto delle lettere dell’avvocato che si occupa della vicenda: si confrontino gli enti, si superi il problema della richiesta (con tanto di invio di bollettini precompilati) di somme ritenute indebitamente percepite e si dia luogo al reddito di cittadinanza, di nuovo, per quell’uomo che ne ha realmente bisogno.

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