Di seguito il comunicato:
Il cantautore salentino Massimo Donno vola nel cuore dell’Europa per due serate (già sold out) dedicate alla musica di Fabrizio De André. Venerdì 12 aprile al Musée de la Boverie di Liegi in Belgio e sabato 13 aprile al Theatre Le 10 di Lussemburgo, il cantante e chitarrista, accompagnato dai fiati di Emanuele Coluccia, presenterà “Homo Faber“. Lo spettacolo, che negli anni ha raccolto decine di repliche sia in Italia che all’estero, vede Donno cantare e raccontare De André, la sua Genova, il suo amore, la sua anarchia e la sua solitudine. Un viaggio che inizia nel 1940 e si conclude nel 1999, attraversando la Liguria, la Sardegna, il Mediterraneo, Milano, esplorando gli eventi che si sono susseguiti tra “Tutto Fabrizio De André” del 1966 e “Anime Salve” del 1996, dalle prime esperienze alla morte. Trent’anni di musica, poesia, ideologie e politiche, vicende umane in un’Italia in continuo movimento.
Cantautore e musicista, Massimo Donno si divide tra canzone, teatro e scrittura. Dopo “Amore e Marchette” (Ululati/Lupo Editore, 2013), “Partenze” (Visage Music, 2015), prodotto dall’organettista Riccardo Tesi e inserito nella rosa dei votabili alle Targhe Tenco come miglior album di musica d’autore italiana, e “Viva il Re!” (SquiLibri Editore/Visage Music 2017), nel 2022 per SquiLibri editore pubblica “Lontano“. Il suo quarto album contiene importanti collaborazioni con Nabil Bey, Alessia Tondo, Mariella Nava, Rachele Andrioli, Redi Hasa, Gabriele Mirabassi, Ferruccio Spinetti e Petra Magoni (Musica Nuda), Alessandro D’Alessandro, Marco Bardoscia, Daniele Sepe e Juan Carlos “Flaco” Biondini. Donno è tra i trentanove interpreti di “Io credevo. Le canzoni di Gianni Siviero” (Squilibri Editore), omaggio a uno dei più originali cantautori italiani, che ha vinto la Targa Tenco 2020 come miglior progetto collettivo (ex aequo con “Note di viaggio – Capitolo 1: Venite avanti…” dedicato a Francesco Guccini). Nel corso degli anni ha conquistato i premi Civilia, Castrovillari d’autore e Lunezia.
(foto di Giuseppe Rutigliano)