Dal 1982 ad oggi, ottobre 2015, lo sperpero di pubblico denaro ammonterebbe a 262 milioni di euro. Riversato nell’ideazione e costruzione della Diga Pappadai. Mai entrata in funzione. Si trova in località Monteparano, provincia di Taranto, ex feudo del Barone Francesco Antonio Pappadà.
La gestione dell’invaso è in capo al Consorzio Speciale per Bonifica di Arneo, dal 2011 commissariato, insieme ai Consorzi Terre d’Apulia e Li Foggi e Stornara e Tara, dalla Regione Puglia.
Il Commissario Giuseppe Antonio Stanco nella relazione inviata alla Giunta regionale pugliese si occupa della mega struttura Pappadai.
Scrive: ”Invaso completato, ci sono spese di vigilanza e quelle per collaudazione sperimentale che hanno comportato operazioni di riempimento e svuotamento della diga… Per affidamento invaso al Consorzio occorre vi sia concorso con altri soggetti nelle spese di gestione, nel rispetto del programma fondativo”.
Dunque un’opera dispendiosa, senza un concessionario o gestore definitivo, in balìa dell’inutile attesa a fronte delle chimeriche scelte politiche nazionali e locali.
Barriera idraulica non ultimata che si rintraccia nella Sagra brindisina, marzo 2015, del programma illustrato da Michele Emiliano candidato Pd a presidente della Regione Puglia (dal 2005 al 2015 il Pd con Sel ha gestito la Regione) al capitolo idee: “ Messa in funzione della Diga Pappadai”.
Un progetto di irrigazione fondato sull’accumulo di 20 milioni di metri cubi d’acqua proveniente dalla diga lucana di Montecotugno. Per fare? Dissetare popolazioni e campagne delle province di Brindisi Taranto e Lecce.
E quindi la pioggia di finanziamenti sborsati da Cassa per il Mezzogiorno, Agensud, Ente irrigazione di Puglia Lucania e Irpinia, Ministero Agricoltura, Comunità Europea, Regione Puglia, Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Non esiste un rendiconto ufficiale e minuzioso dei soldi consumati.
Visionando incarti e delibere e protocolli d’intesa ministeriali si apprende che, sul totale presunto di 262 milioni di euro, 120 sono stati utilizzati per le tubature, 40 nella realizzazione del primo e secondo lotto, 30 in adduzione acque del fiume Sinni, 26 per completamento nodo idraulico di Sava, 20 per infrastrutture volte a favorire l’agibilità della diga, 6,5 in impianti di derivazione dello schema Chidro-Sinni e vasca di regolazione a Monteparano.
Il giorno 4 febbraio 2011 due piloti dell’elicottero della Guardia di Finanza, causa avarìa, restano bloccati in volo. Si trovano nei pressi della diga Pappadai e fanno ammaraggio dentro le acque maleodoranti dell’invaso. Colmato parzialmente grazie alle attività di collaudo sperimentale.
Dopo l’allarme di un contadino i piloti sono stati soccorsi da un elicottero della Marina Militare, sani e salvi.
Poi dice che Pappadai è una delle opere pubbliche più superflue, e costose, d’Italia.
(foto: fonte la rete)