Scadenza per la presentazione delle offerte, il 12 dicembre. Il giorno dopo, apertura delle buste. Di seguito, in formato pdf, l’elenco dei beni che il Comune di Martina Franca ha messo in vendita, per l’alienazione di parte del patrimonio immobiliare. A seguire, il testo della lettera inviata dai responsabili del meetup Martina in movimento al commissario straordinario del Comune di Martina Franca:
avvisopubblicovenditaimmobiliaresusito2016.pdf
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Il Meetup Martina in Movimento – Amici di Beppe Grillo, presa visione del Regolamento in oggetto, ritiene di dover sottoporre alla cortese attenzione della S.V. e della Cittadinanza di Martina Franca alcune osservazioni circa le condizioni per il rilascio delle concessioni previste dal Regolamento stesso. In premessa, infatti, e al successivo art.1 si dichiara di voler “favorire la più ampia fruibilità” delle sale e degli immobili comunali, al fine di “promuovere e stimolare iniziative dirette allo sviluppo dei processi democratico-partecipativi” nonché di “favorire la partecipazione dei cittadini alla vita associativa e al dibattito politico…..”. Trattasi di finalità che non possiamo non condividere, pienamente in linea col disposto della nostra Carta Costituzionale, art. 21, 1° comma, che riconosce a tutti i cittadini la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero. E’ altresì vero che la medesima Carta all’art 3, 2° comma, assegna alla Repubblica – e a maggior ragione alle articolazioni periferiche dello Stato, in quanto a diretto contatto con i cittadini – il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto (le sottolineature sono nostre) la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …..”. Ora, ci sembra, la previsione di tariffe onerosissime (fino a 1.500 euro !) e di un congruo “deposito cauzionale/polizza fideiussoria” (“ la cui misura viene fissata secondo i massimali riportati per ciascun immobile riportato nell’allegato A”) per la fruizione di dette strutture comunali rappresentino un ostacolo insormontabile per moltissime associazioni formali e informali presenti sul territorio, costituendo di fatto una limitazione sostanziale della libertà di espressione di molti giovani e di cittadini che non dispongono di risorse economiche. Le medesime disposizioni, in aperto contrasto con le finalità enunciate, finirebbero in altri termini col favorire proprio quella parte della società che, disponendo di risorse e di mezzi adeguati, esercita di fatto una egemonia culturale sulla società. E’ appena il caso di ricordare che la democrazia, se non riesce a tutelare le minoranze, degenera in oligarchia e oggi come non mai c’è bisogno di inclusione attraverso l’organizzazione di forme espressive di cultura, di formazione, di educazione. In un momento storico particolarmente incerto e difficile per le future generazioni e per i soggetti deboli della società, il Regolamento in questione finisce pertanto con l’assestare un ulteriore colpo di grazia ai diritti civili, già fortemente compromessi dalla difficoltà di trovare lavoro e di costruirsi una prospettiva di vita dignitosa. E’ nostro fermo convincimento che questa perversa e disastrosa tendenza possa essere invertita soltanto favorendo una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini e dei giovani in particolare alla vita democratica. Chiediamo pertanto alla S.V. un incontro costruttivo per poter prospettare una diversa disciplina della materia che garantisca pieni diritti di espressione a tutti i cittadini, facendo tesoro anche dell’esperienza di Comuni viciniori.