Di Francesco Santoro:
Aumentano sia gli attualmente positivi per 100mila abitanti (sono 1.756) che i contagi (+52,9 per cento), ma i dati sui ricoveri, seppure in crescita, restano tra i migliori del Paese e tengono lontana la Puglia dalla zona arancione. In area medica le ospedalizzazioni raggiungono il 17,2 per cento mentre la percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive passa dal 7,3 per cento al 9,9 per cento. Tumultuosa la crescita dei casi in provincia di Bari: con 1.168 nuove infezioni ogni 100mila residenti supera Brindisi (1.089), Lecce (1.079), Barletta-Andria-Trani (952), Foggia (814) e Taranto, la meno colpita dal virus con un’incidenza di 766. È il quadro poco confortante che emerge dal report della Fondazione Gimbe sull’andamento settimanale dell’epidemia da Covid-19.
Vaccinazioni
Intanto la campagna di protezione dal coronavirus procede a gonfie vele con numeri che spingono la regione degli ulivi al primo posto in Italia per livello di copertura. Stando all’analisi condotta dall’organismo indipendente, l’81,3 per cento della popolazione è vaccinata con due dosi e il 4,5 per cento ha fatto solo un’iniezione. Volano anche le inoculazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni: il 30,6 per cento ha ricevuto una dose e il 2,8 per cento due. Il tasso di copertura delle terze dosi, invece, è del 63,9 per cento, valore oltre la media nazionale (61,5 per cento). «I dati dell’Istituto superiore di sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da tre mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo- precisa Gimbe-. In particolare: l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 77,6 per cento per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 41,6 per cento per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 75 per cento dopo il richiamo. L’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 95,7 per cento per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,8 per cento per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,8 per cento dopo il richiamo. Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 35,3-80,3 per cento), ma soprattutto di malattia grave (dell’85,8-94,1 per cento per ricoveri ordinari; del 92,6-97,2 per cento per le terapie intensive) e decesso (dell’81,1-95 per cento)».
La situazione nel Belpaese
Il massimo esponente di Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolinea tutte le difficoltà del momento: «Ci troviamo in una fase estremamente critica della pandemia in cui distorte narrative ottimistiche appannano l’insufficienza delle misure per rallentare la curva dei contagi e sottovalutano i rischi per la salute delle persone e per l’economia del Paese». A preoccupare è «l’ingente numero di nuovi casi, in continua crescita, dopo aver mandato in tilt i servizi territoriali sta determinando la progressiva saturazione degli ospedali, con limitazione degli interventi chirurgici programmati – anche in pazienti oncologici – e la riduzione delle capacità assistenziali, anche perché il personale sanitario è ormai allo stremo». E in secondo luogo, l’elevato «numero di persone positive sta progressivamente paralizzando numerosi servizi essenziali: dai trasporti alla scuola, dalla sanità agli uffici pubblici». Infine, «a meno di “iniezioni” di posti letto dell’ultim’ora o di modifica dei criteri per classificare i pazienti Covid ospedalizzati, entro fine mese numerose regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa- conclude Cartabellotta-. Un colore che certificherebbe il fallimento nella gestione della quarta ondata, nonostante la disponibilità di vaccini molto efficaci nel prevenire la malattia grave».