Di seguito alcuni comunicati diffusi dalla Guardia di finanza:
Nella mattinata odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, hanno dato
esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 10 soggetti, dei
quali 3 agli arresti in carcere e 7 agli arresti domiciliari, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del
Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Sono state inoltre emesse misure
interdittive del divieto di contrattare con Pubblica Amministrazione nei confronti di ulteriori 6 indagati.
I reati contestati per i quali sono stati emessi i provvedimenti – è bene ricordare che tra il 3 ed il 4 febbraio u.s. si
sono svolti gli “interrogatori preventivi” a cura dello stesso GIP di tutti gli indagati, introdotti dalla Legge 114
del 9 agosto 2024 (c.d. “Riforma Nordio”) – afferiscono a condotte di corruzione, falso, turbata libertà degli
incanti, frode in pubbliche forniture e subappalto illecito.
Questo preliminare epilogo giudiziario, sebbene provvisorio, e tuttora pendente nella fase cautelare, si basa su
un’articolata attività di indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Lecce, affidata al Nucleo
Pef della Guardia di Finanza di Lecce, nel settore dei reati contro la Pubblica Amministrazione, attraverso cui
sono state circoscritte una serie di condotte di rilievo penale realizzate da un imprenditore salentino (M.C. di anni
49), dominus di una serie di società destinatarie di numerosi appalti pubblici, in concorso con propri dipendenti e
tecnici nonché con un pubblico funzionario, la cui attività e funzione, anche finalizzata a modificare atti e verbali
delle gare di appalto, è risultata totalmente asservita agli scopi dell’imprenditore.
Gli stessi indagati ed altri amministratori pubblici, imprenditori e professionisti rispondono di corruzione, turbata
libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture, truffa, emissione di fatture per operazioni inesistenti, falso in
atti pubblici, in graduatorie e documenti di gara nonché “subappalto illecito” (come riformulato dalla legge 2/2018).
L’indagine, nata quale spin-off di una precedente attività investigativa delle fiamme gialle leccesi, coordinata
sempre della Procura della Repubblica di Lecce, ha portato a disvelare, in alcune località del sud Salento e,
precisamente, nei Comuni di Maglie, Sanarica e Ruffano, la presenza di forti anomalie nella gestione
dell’assegnazione degli appalti pubblici, delle varianti in corso d’opera, di cui alcuni anche oggetto di
finanziamento pubblici nazionali, regionali o del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (c.d. P.N.R.R.), con
conseguente contestazione da parte dell’Ufficio inquirente del reato di truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche.
La figura più ricorrente, come accennato, si è rivelato essere un imprenditore della zona di Maglie, risultato
essere il “controllore” de facto di svariate imprese, tutte legalmente riconducibili a familiari, dipendenti, o
comunque a suoi prestanome, che, grazie alla complicità dei pubblici funzionari locali, ha potuto decidere in
anticipo a quali gare pubbliche partecipare e, soprattutto, quali vincere, sviluppando un sistematico rapporto di
presunta natura corruttiva con importanti figure istituzionali in seno a vari Comuni, tra cui Sindaci, Assessori,
Consiglieri Comunali, RR.UU.PP. e Dirigenti degli Uffici Tecnici.
L’imprenditore, quale contropartita, per il tramite delle proprie imprese e dipendenti, garantiva direttamente o
indirettamente utilità di vario genere ai propri “interlocutori” istituzionali (lavori edili, ristrutturazioni, addobbi
floreali, lavori di giardinaggio, sostegno elettorale in occasione delle elezioni amministrative). In almeno due
occasioni – nel mese di aprile 2022 – anche dazioni di denaro contante.
L’attività di indagine nel suo complesso e la conseguente azione repressiva, svolta in stretta sinergia con l’ufficio
della Procura della Repubblica di Lecce, testimonia il perdurante impegno della Guardia di Finanza a presidio
della sicurezza del Paese e nel contrasto delle condotte che impattano sul regolare e trasparente funzionamento
della Pubblica Amministrazione con un particolare focus alla gestione degli appalti pubblici nella Provincia di
Lecce.
Si precisa che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità
degli indagati sarà definitivamente accertata solo all’esito di sentenza irrevocabile di condanna.
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Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica di Trani
ha emesso un decreto di sequestro preventivo, di denaro e beni per un valore di oltre 5 milioni, la cui esecuzione
è stata delegata ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, unitamente a militari dei
Comandi Provinciali di Barletta-Andria-Trani e Foggia.
Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate (accertamento compiuto nella fase delle
indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa), in
concorso tra loro, per l’ipotesi delittuosa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della
Repubblica di Trani e svolta dalla Guardia di Finanza, che ha consentito di disvelare un sodalizio criminale
dedito ad avanzare indebite richieste di accesso ai c.d. “bonus edilizi” per fittizi interventi di ristrutturazione
immobiliare.
Nel dettaglio, l’attenzione investigativa si è focalizzata su ipotesi di indebito utilizzo dei cc.dd. “bonus facciate”,
“ecobonus” e “bonus ristrutturazione”, agevolazioni che consentivano la detrazione fiscale delle spese sostenute,
fino al 90%, ovvero la possibilità di utilizzare in compensazione il relativo credito d’imposta o di cederlo a terzi,
monetizzandolo, ai sensi dell’art. 121 del c.d. “Decreto Rilancio” (D.L. n. 34/2020).
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., i riscontri investigativi delegati dall’Autorità Giudiziaria
tranese al Nucleo PEF Bari, consistiti principalmente in acquisizioni documentali, successive analisi e
approfondimenti economico-finanziari, avrebbero consentito di accertare (allo stato, fatta salva la valutazione
nelle fasi successive con il contributo della difesa) la fittizietà dei crediti d’imposta correlati ai “bonus edilizi”,
per oltre 8 milioni di euro, in considerazione dell’attestazione, da parte di 33 persone fisiche, di dati non veritieri,
ovvero l’esecuzione di lavori edili su immobili inesistenti nelle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.
Successivamente, 25 indagati avrebbero “monetizzato” detti crediti, cedendoli ad un ignaro istituto finanziario
autorizzato e incassando più di 5 milioni di euro, importo oggetto dell’odierno sequestro quale profitto del reato
di truffa aggravata, mentre negli altri casi il medesimo intermediario avrebbe rifiutato la cessione Si ribadisce che le persone sottoposte alle indagini non sono da considerarsi colpevoli fino a quando la
responsabilità non sia stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dalla
Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica, nell’efficace contrasto dei fenomeni illeciti che
ostacolano il corretto impiego delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per favorire la
ripresa dell’economia e l’ammodernamento del nostro Paese.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Trani in
ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico
all’informazione.