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Edilizia fra le prime a ripartire nella fase 2? Costruttori, “solo garantendo sicurezza lavoratori e definendo responsabilità imprese” Ance Bari/Bat

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Di seguito un comunicato diffuso da Ance Bari/Bat:

«Misure rigorose per garantire la salute dei lavoratori ma previsioni altrettanto puntuali sull’assenza di responsabilità per eventuali nuovi contagi a carico delle imprese che osserveranno le misure di sicurezza prescritte».  Mentre il Governo inizia a parlare della ‘fase 2’ dell’emergenza coronavirus, che vedrà verosimilmente il settore dell’edilizia tra i primi a ripartire, il presidente dell’Ance Bari e BAT Beppe Fragasso individua un nodo da risolvere prima della riapertura dei cantieri.

 

«Quello delle costruzioni è un comparto strategico per la ripartenza – ricorda Fragasso – e, per questo, vogliamo farci trovare pronti per la ripresa delle attività, nei tempi dettati dal Governo e garantendo la massima sicurezza dei lavoratori. Alla riapertura dei cantieri saremo rigorosissimi nel chiedere alle imprese dell’Ance di adottare tutte le misure di sicurezza previste dalle istituzioni; ma, allo stesso tempo, vorremo essere certi che le imprese rispettose di queste previsioni non vengano in alcun caso ritenute responsabili per nuovi contagi di Covid-19, virus onnipresente e col quale dovremo convivere ancora per mesi. In assenza di garanzie anche per le imprese, il rischio è che molti imprenditori edili non riaprano i cantieri sino a quando non avremo contagi pari a zero».

 

Nel frattempo che i cantieri possano riaprire «Ance Bari e BAT – assicura Fragasso – sarà al fianco di tutte le imprese di costruzioni delle due province, anche se non iscritte all’associazione, supportandole nell’approfondimento delle problematiche sindacali, tecniche, giuridiche, fiscali e finanziarie sorte a causa della crisi in corso».

 

Fragasso auspica nei prossimi decreti del Governo misure ad hoc per il rilancio del settore «da ‘privilegiare’ in virtù dell’occupazione in grado di generare, 15.000 persone per ogni miliardo investito, e indotti positivi in oltre 20 comparti. L’auspicio è che si possa ripartire quanto prima sebbene, pur ipotizzando una riapertura dei cantieri dal primo giugno, si stima un crollo degli investimenti rispetto al 2019 intorno al 10%».

 

«In primis – dichiara il presidente dei costruttori baresi e della BAT – ci attendiamo un deciso snellimento della burocrazia riducendo le decine di step necessari per avviare un’opera pubblica o un cantiere privato. Nell’edilizia residenziale è indispensabile che i Comuni, in un periodo di scarsa liquidità delle imprese, riducano drasticamente i costi concessori e gli oneri di urbanizzazione, consentendo pagamenti diluiti nel tempo. Pagare tutto e subito, purtroppo, non sarà più possibile. Auspichiamo anche interventi del Governo per incentivare chi, prima dell’emergenza coronavirus, era intenzionato ad acquistare casa o a ristrutturarla: nello specifico corposi crediti d’imposta per l’acquisto della prima abitazione e la conferma di sisma-bonus ed eco-bonus».

 

«Sul fronte delle opere pubbliche – aggiunge Fragasso – un provvedimento che attendiamo da tempo e che consentirebbe di ammodernare i territori rivitalizzando il mercato delle piccole opere pubbliche è l’innalzamento a 500mila euro della soglia dei lavori per indire procedure più snelle e rapide come quella per ‘chiamata diretta’».

 

Sulla crisi di liquidità che sta attraversando tutto il comparto delle costruzioni Fragasso aggiunge che «stiamo insistendo a tutti i livelli per avere liquidati i lavori realizzati sino allo stop dello scorso mese, anche attraverso autocertificazioni delle imprese visto che, quasi tutte le stazioni appaltanti del territorio, hanno sospeso la verifica degli stati di avanzamento lavori sui cantieri. Purtroppo, nonostante i ripetuti inviti, sono pochissime le amministrazioni pubbliche che hanno saldato quei lavori, lasciando molte imprese in crisi di liquidità. Un provvedimento per alleviare questa crisi di liquidità delle aziende che lavorano con le pubbliche amministrazioni, potrebbe essere la rapida restituzione dell’Iva a credito che esse vantano per effetto del perverso meccanismo dello split payment».


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